FEDERICA PACELLA
Sport

Calcio femminile, Brescia non dimentica e rilancia: “Serve supporto anche alle donne”

Dopo le parole della capitana delle Azzurre, la bresciana Cristiana Girelli, arriva la risposta della Commissione Pari Opportunità del Comune: “Il nostro impegno è di favorire politiche sportive inclusive”

La Commissione Pari Opportunità ha espresso solidarietà alle donne sportive

La Commissione Pari Opportunità ha espresso solidarietà alle donne sportive

Brescia – Lo ha detto con le lacrime agli occhi la capitana delle Azzurre, la bresciana Cristiana Girelli, davanti al presidente Sergio Mattarella: “Ora non dimenticateci”.

La risposta arriva a stretto giro dalla Commissione Pari Opportunità del Comune, che non solo non dimentica il calcio (e in generale lo sport) femminile, ma rilancia sull’importanza di supportare la pratica sportiva per bambine, adolescenti, donne, tutto l’anno. “Esprimiamo la nostra solidarietà alle donne sportive – spiega Lucilla Rizzini, membro della Cpo –. Il nostro impegno è di favorire politiche sportive inclusive. L’8 marzo, ad esempio, avevamo dedicato un’iniziativa proprio per favorire la scoperta e l’accesso delle bambine a sport considerati maschili”.

Il calcio è uno tra questi: eppure gli oltre 4milioni di spettatori per la semifinale degli Europei femminili dimostrano che quando c’è talento e passione, lo sport sa conquistare le tifoserie, a prescindere che in campo ci siano calciatori o calciatrici.

Spenti i riflettori, restano tante difficoltà quotidiane: una calciatrice deve convivere con stereotipi, fondi scarsi, società che lottano per la sopravvivenza. Anche a livello di calcio professionale, se le fatiche del Brescia Calcio maschile sono note (e risolte grazie alla risposta immediata di istituzioni e imprenditori), quelle della squadra femminile restano in sordina. “Il problema è sistemico – ricorda Rizzini –. La copertura mediatica per le squadre femminili è quasi inesistente e, anche quando c’è, si assiste a titoli sessisti o paternalistici”. Eppure si sa che il linguaggio è fondamentale per contrastare gli stereotipi e favorire la pratica dello sport.

“Abbiamo letto tutti i titoli su Sinner primo italiano a vincere Wimbledon, ma Errani e Vinci vinsero il doppio: sarebbe stato corretto dire che Sinner è stato il primo a vincere il torneo maschile. Sembra che lo sport femminile scompaia”. Non è un caso se gli ultimi dati disponibili (Istat 2021) evidenziano un alto tasso di abbandono sportivo nel genere femminile: a 18-19 anni, fanno sport il 27,8% delle ragazze contro il 50,6% dei ragazzi. “Sono numeri che fanno riflettere, considerando l’importanza dello sport per il benessere psicofisico, e richiedono un’azione corale. Come commissione – conclude Rizzini – stiamo lavorando secondo le indicazioni della carta etica europea dello sport. Abbiamo ricevuto da parte di altri sport considerati maschili richieste di supporto. Certamente non dimentichiamo”.