L’incredibile protesta dei giocatori del Desenzano: immobili in mezzo al campo per la raffica di squalifiche

I calciatori del club bresciano fermi a braccia conserte per mandare un segnale. Vittoria regalata alla Chignolese

Un fermo immagine dei calciatori del Desenzano immobili in mezzo al campo

Un fermo immagine dei calciatori del Desenzano immobili in mezzo al campo

DESENZANO (Brescia) – Una protesta che fa molto rumore anche se silenziosa. Perché messa in atto in modo plateale e inedito, perché a detta dei protagonisti era l’unico modo di farsi sentire dal “sistema“. È accaduto venerdì scorso, nel campionato di serie C (girone A) di calcio a 5: sul parquet di Castel Goffredo (provincia di Mantova), da una parte il Desenzano terz’ultimo, dall’altra la Polisportiva Chignolese, vera e propria corazzata del torneo, in vetta alla classifica con 28 punti sul 30 dopo dieci giornate.

Palazzetto semideserto, ma c’è la diretta sul web tramite le pagine facebook di Planet Sport Tv. Nulla di strano all’ingresso in campo delle squadre con la terna arbitrale, ma pochi istanti dopo il fischio d’avvio accade l’incredibile: il Desenzano si ferma e resta a guardare, forse neppure gli avversari si rendono conto e vanno a segno con tre passaggi fra l’incredulità dei presenti. È solo l’inizio della farsa. Perché alla ripresa del gioco i padroni di casa ridanno palla alla Chignolese e a quel punto tutti capiscono che i gardesani quella partita hanno deciso di non giocarla.

Piuttosto, con l’atteggiamento passivo, vogliono attuare una forma di protesta nei confronti della Figc, della Lega Nazionale Dilettanti Lombardia e del Giudice Sportivo. Il motivo? Le squalifiche che hanno colpito la società nelle ultime settimane, coincise con tre sconfitte consecutive. Cosi giocatori del Desenzano, d’intesa con il club, decidono di rimanere a braccia conserte, immobili come statuine.

Anche dopo il primo gol subìto l’atteggiamento dei blaugrana non è cambiato: hanno ripreso il match e subito restituito la palla agli avversari che, avendo capito cosa stesse succedendo nell’altra metà campo, non affondano e preferiscono palleggiare fra di loro senza infierire. Una assurda e noiosa melina con lunghe pause in pochi metri di campo, con i cinque giocatori del Desenzano fermi a guardare. La gara è stata poi interrotta dopo un quarto d’ora con le due squadre a colloquio per chiarire i motivi del clamoroso gesto.

Per la cronaca, il match è terminato 0-2 e ora potrebbero esserci ripercussioni. Dipende cosa decideranno gli organi competenti. Di sicuro quanto di inedito e clamoroso avvenuto in un clima surreale (e in diretta facebook) non è piaciuto ai vertici del pallone lombardo.

In realtà una prima, dura protesta del Desenzano c’era già stata a fine ottobre in un lungo comunicato pubblicato sulla propria pagina “social“: Ora basta! Rompiamo il Silenzio, quello che è oro quando tutto intorno è marcio - si legge nel comunicato -. Siamo sempre stati rispettosi sul campo ma soprattutto fuori: una regola del nostro statuto è il rispetto quello che abbiamo sempre dato e insegnato non a chiacchere ma con gesti veri come far segnare il pari agli avversari per lealtà sportiva per errori di altri nonostante costasse la corsa al primo posto.. Quel rispetto che non sempre riceviamo".

E ancora : "Siamo contrariati dal comportamento della Federazione e soprattutto dei direttori di gara: gente senza educazione che quando mette la divisa si sente come un dio dell’Olimpo. Nessun dialogo mai una discussione prima o dopo. Questa stagione non accettiamo più tutto ciò. È vero il nostro mister ha esagerato ed è stato punito in modo esemplare, se un dirigente per un pugno ha preso due mesi lui per minacce 5 mesi… E ancora. Un dirigente dopo essersi educatamente lamentato per l’espulsione del Mister è stato intimidito verbalmente dal Direttore di gara allora si è allontanato volontariamente, risultato due mesi con sotto scritto minacce e intimidazioni nei confronti dell’arbitro cosa non veritiera… Nessuna minaccia, niente ndi ciò che c’è scritto nei comunicati riporta la verità. Fandonie architettate per farci perdere le staffe".

Oggi l’allenatore Manuel Ratti ribadisce: "Siamo stanchi: abbiamo un video dossier con i torti arbitrali subìti in questo campionato e la Federazione non ci ha risposto alla richiesta di un colloquio. Chiediamo solo rispetto".