LUCA MARINONI
Sport

Brescia, cosa succede ora? Il tavolo con Lumezzane, Feralpi e Ospitaletto e l’appello agli imprenditori

Il fallimento è ormai una triste realtà per le Rondinelle ma in città si cercano già le soluzioni che possono far ripartire il calcio nel capoluogo bresciano

La manifestazione dei tifosi del Brescia per il fallimento del club

La manifestazione dei tifosi del Brescia per il fallimento del club

Il Brescia non sarà al via della prossima stagione del calcio professionistico. Un verdetto a dir poco duro da assorbire da una città e dai tanti appassionati che seguono con affetto e passione una società che dal 1911 ha saputo scrivere pagine importanti di storia. In estrema sintesi la decisione, tanto ostinata quanto difficile da comprendere (visto che, in fin dei conti, ha cancellato il valore economico della società ed ha aperto la strada verso una soluzione del problema in tribunale), del presidente Massimo Cellino di non onorare i pagamenti necessari per chiudere la stagione in corso e avere così diritto di iscriversi alla prossima ha, di fatto, calato il sipario sul prestigioso volo delle Rondinelle.

A Brescia si è creato immediatamente un clima misto tra rabbia e voglia di sapere, che porterà nelle prossime a nuovi incontri organizzati dai tifosi e ad un’iniziativa che vede in prima fila la stessa Amministrazione Comunale. In effetti in questo momento si cerca già di guardare avanti e il dubbio fondamentale di queste ore è rivolto a trovare la possibilità di far ripartire (senza particolari interruzioni) il percorso del calcio a Brescia.

 A tal proposito sembrano soprattutto due le strade attualmente percorribili. Da una parte lunedì 9 alle 19 a Palazzo Loggia il Comune ha organizzato un apposito tavolo al quale sono invitati i vertici di Lumezzane, FeralpiSalò e Ospitaletto, le tre società bresciane che militano in serie C. Il progetto-sogno dell’Amministrazione Comunale cittadina sarebbe quello di coinvolgere almeno una di queste realtà e indurla a “trasferirsi” in città per non lasciare il capoluogo senza calcio professionistico. Una proposta che ben difficilmente potrà convincere Lumezzane e Feralpisalò, che non solo hanno una loro precisa identità, ma vantano già tragitti importanti nel rispettivo luogo d’origine.

Un discorso diverso, almeno inizialmente, si poteva ipotizzare per l’Ospitaletto, al ritorno tra i professionisti e collocato geograficamente a pochi km dalla città. Portare la squadra che ha lanciato Gino Corioni al “Rigamonti”, in effetti, potrebbe presentare un suo fascino, ma ci sono almeno due grossi ostacoli a rendere proibitivo pure questo progetto. Il primo è legato alla netta smentita fatta trapelare dai vertici del sodalizio arancione, che ha voluto ribadire l’intenzione di voler proseguire il proprio percorso. Il secondo riguarda il nome stesso dell’ipotetica nuova realtà che, in ogni caso, non potrebbe chiamarsi Brescia, ma rimarrebbe Ospitaletto come è già inserito nelle carte federali. Sommando tutto questo e le innumerevoli voci che circolano in queste ore frenetiche a Brescia, la via che potrebbe far ripartire il calcio nella città della Leonessa è (ancora) quella di coinvolgere i tanti imprenditori del territorio e convincerli (dopo tanti inutili tentativi) a farsi carico delle sorti della pericolante società biancazzurra.

Nei prossimi giorni il diritto sportivo, in seguito al fallimento del Brescia, finirà nelle mani della Figc, che potrebbe decidere di metterlo a disposizione del Comune nell’intento di far proseguire il percorso di una realtà storica tanto prestigiosa. Un intento che, però, esige la creazione di una nuova compagine societaria, che garantisca continuità e la possibilità di ripartire, per lo meno, dalla serie D. Se poi ci fosse qualche ulteriore via per riportare le Rondinelle in serie C questo nuovo gruppo societario dovrebbe farsi trovare subito pronto, ma in questo caso siamo nel fantacalcio e, forse, a Brescia in queste ore tanto delicate è meglio rimanere con i piedi ben piantati per terra.  

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