LUCA MARINONI
Sport

Cellino non paga gli stipendi e condanna il Brescia al fallimento: si ripartirà dai dilettanti

Il contestatissimo patron delle Rondinelle avrebbe dovuto anticipare entro oggi 3 milioni di euro per consentire l’iscrizione a un campionato professionistico: così non è stato

Massimo Cellino non versa i 3 milioni necessari, portando il Brescia Calcio verso il concordato fallimentare.

Massimo Cellino non versa i 3 milioni necessari, portando il Brescia Calcio verso il concordato fallimentare.

Il fatidico giorno dei pagamenti non ha portato il “miracolo” tanto atteso e, a questo punto, dopo 114 anni di storia, il Brescia può dirsi fallito. I tifosi, a dire il vero, non vogliono rassegnarsi a questo triste verdetto che farebbe precipitare le Rondinelle nel punto più basso del loro cammino, ma il mancato rispetto della scadenza per saldare stipendi e contributi (documentazione da presentare al momento dell’iscrizione al prossimo campionato) sancisce, di fatto, l’uscita dei biancazzurri dal calcio professionistico.

La “bacchetta del comando” è rimasta fino all’ultimo nelle mani del presidente Massimo Cellino, che avrebbe dovuto mettere a disposizione la somma necessaria per scongiurare il peggio. Una sorta di anticipo (in totale intorno ai 6 milioni, ma in questo frangente ci si poteva limitare a sborsare “solo” circa 3 milioni) che però, anche solo in termini economici, sarebbe stato un investimento assai fruttuoso per l’imprenditore sardo. Nelle ultime ore, invece, Cellino si è chiuso in un silenzio assordante e non ha ascoltato i consigli dei suoi collaboratori più stretti. Il patron del Brescia è rimasto fisso sulla sua posizione e non solo non ha sfruttato un possibile guadagno economico, ma ha inferto una “ferita” dolorosissima a tutta una città e ai tantissimi appassionati delle Rondinelle.

Bisogna infatti anche considerare che, decidendo di lasciar fallire il Brescia, Cellino ha rinunciato alla possibile cessione di un bene che avrebbe potuto fruttargli anche 20 milioni. Basti pensare solo alla rosa dei giocatori e a tutto il valore del club per capire quanto avrebbe potuto ottenere il presidente Cellino da una cessione della società ai possibili acquirenti. Proprio su quest’ultimo aspetto si pone un’altra nota dolente, visto che si sta diffondendo pure la voce secondo cui le intenzioni del gruppo di imprenditori che ha trattato per rilevare il Brescia, in realtà, siano sempre state piuttosto fredde e, quindi, Cellino non avendo interlocutori affidabili di fronte e non volendo fare altri investimenti, ha deciso di alzare bandiera bianca.

In queste ore il Comune di Brescia ha organizzato un tavolo a Palazzo Loggia con i vertici di Lumezzane, FeralpiSalò e Ospitaletto, le tre società bresciane di serie C, con l’intento di sondare il terreno e verificare la fattibilità di creare una nuova, unica realtà in città in grado di riportare in alto il calcio a Brescia. Al di là di questo “progetto-sogno”, le dolorose tappe del Brescia per i prossimi giorni sembrano abbastanza delineate. Il Collegio Sindacale, infatti, porterà in tribunale i libri contabili e prenderà così il via la procedura per dichiarare il fallimento della società. A questo punto non solo decadrebbe il ricorso presentato contro la penalizzazione, ma il Comune diverrebbe artefice di primo piano della vicenda.

L’Amministrazione Comunale potrebbe diventare depositaria del titolo sportivo e potrebbe guidare la ricerca degli imprenditori che potrebbero accettare la sfida di far ripartire il cammino del Brescia. Un percorso che dovrebbe ricominciare dai Dilettanti (Eccellenza o serie D), ma che potrebbe anche riservare la sorpresa dell’interessamento per rilevare il titolo sportivo di un’altra società che milita a livello professionistico. Questo è tanto altro ancora sperano i tifosi, insieme a capitan Dimitri Bisoli, che, dopo tanti giorni di silenzio, ha affidato ai canali social il suo saluto: “In questo momento così doloroso ci tenevo a dimostrare la mia vicinanza a tutto il popolo bresciano. Oggi sono stati calpestati 114 anni di storia, ma il Brescia non è lui, il Brescia siamo noi ed è per questo che Brescia non morirà mai. Sono certo che il Brescia ripartirà più forte di prima”. E se lo dice il capitano, eletto “Rondinella d’Oro” per due anni di fila…  

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