
La protesta dei tifosi del Brescia in piazza della Loggia (Venezia)
Brescia, 31 maggio 2025 – Sembrano farsi sempre più ristretti i margini per guardare al futuro con fiducia in casa del Brescia. In questo momento sono costantemente al centro dell’attenzione due temi, entrambi assai “scottanti”, rivolti rispettivamente alla penalizzazione (e conseguente retrocessione in C) inflitta dal Tribunale Federale Nazionale e alla cessione della società.
Due ostacoli non di poco conto con i quali il Brescia Calcio gioca la partita più importante (e in continua evoluzione) per la sua continuità. Sul primo fronte, dopo le sanzioni subite in primo grado, il sodalizio del presidente Massimo Cellino (inibito per sei mesi insieme al figlio Edoardo tanto che ora il potere di firmare gli atti è affidato al consigliere Stefano Midolo) ha già annunciato che si rivolgerà alla Corte d’Appello, che emetterà la sua sentenza entro il 12 giugno.

Le motivazioni della sentenza del TFN, però, hanno inflitto un colpo pesante alle speranze dei difensori delle Rondinelle, visto che, in estrema sintesi, al di là di tutte le memorie difensive presentate dagli stessi avvocati del Brescia, il punto fondamentale rimane che il presidente Cellino non ha esercitato il controllo che pure era dovuto (in particolare sono mancate le verifiche sull’effettiva esistenza dei crediti vantati dalla società alla quale il sodalizio biancazzurro ha pensato di rivolgersi e la cui reale credibilità sarebbe stata molto facile da accertare preventivamente).
Il pool dei difensori del Brescia Calcio ha ribadito la sua fiducia e la possibilità di controbattere in appello a queste tesi con motivazioni ferme, ma al momento la strada delle Rondinelle verso la…salvezza appare davvero in salita. Allo stesso modo bisogna portare avanti una serrata corsa contro il tempo in vista delle prossime scadenze, che, in ogni caso, definiranno il futuro del sodalizio biancazzurro fondato nel 1911.
Il 6 giugno, infatti, è il termine ultimo entro il quale si dovrà pagare l'ultima tranche stagionale di stipendi e contributi. Un’altra somma milionaria in vista della quale lo scorrere dei giorni sta facendo sorgere non pochi timori. Da una parte, infatti, si sta facendo largo l’ipotesi secondo la quale il patron Cellino non intenderebbe fare nuovi investimenti sul Brescia, ma conterebbe di risolvere il problema affrettando la cessione della società agli acquirenti che potrebbero garantire la necessaria continuità al progetto biancazzurro.
Il nodo di fondo, in questo senso, rimane legato ai tempi, visto che, ormai, anche volendo, gli spazi per mettere a disposizione la cifra necessaria da parte degli imprenditori intenzionati a rilevare il Brescia Calcio sono più che ridotti. Stando così le cose, la “palla” rimane nelle mani di Cellino, che, in estrema sintesi, è costretto a fare i conti con l’obbligo di saldare le pendenze economiche (tramite un ulteriore sforzo tutt’altro che indifferente) per far proseguire, poi, le trattative per la cessione della società con il gruppo di imprenditori (stranieri, ma anche alcuni bresciani) che sono tuttora interessati a rilevare il sodalizio biancazzurro.
Questo percorso potrebbe cancellare sul nascere un altro timore che si sta facendo largo tra i tifosi bresciani (che la sera di martedì 3 giugno hanno organizzato una adunata di protesta in via Solferino sotto la sede della società). In effetti lo stesso Cellino potrebbe anche decidere di non sostenere le spese e gli adempimenti che permetterebbero di iscrivere il Brescia alla prossima stagione (indipendentemente da quella che sarà la categoria). Questa ipotesi appare però piuttosto fantasiosa, visto che, in ogni caso, priverebbe lo stesso patron di qualsiasi introito dalla possibile cessione della società e questo dovrebbe essere un rischio che Massimo Cellino per primo dovrebbe cercare di evitare in tutti i modi…
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