Eleonora Duse, cent’anni dopo il mito rivive al Vittoriale degli Italiani

Nata a Vigevano, il 21 aprile 1924 la Divina moriva a Pittsburgh. Giordano Bruno Guerri e le celebrazioni: "Il legame con D’Annunzio la rese immortale”

Eleonora Duse e Giordano Bruno Guerri

Eleonora Duse e Giordano Bruno Guerri

Brescia, 7 marzo 2024 – La Divina, capace di incantare il pubblico in ogni dove, pur recitando in italiano. L’artista che, con la sua recitazione essenziale, naturale, rompe gli schemi del teatro ottocentesco e diventa il simbolo del teatro moderno. La donna che, sul palco e nella vita, segue l’istinto, improvvisa, affascina, ama, soffre. Ritratto di una diva immortale, protagonista di una storia d’amore tormentata con uno dei più grandi poeti, Gabriele D’Annunzio, che di lei disse che era "incantesimo solare" e per lei coniò proprio l’appellativo di Divina.

E si apriranno, infatti, al Vittoriale degli Italiani, dimora del Vate a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda, le celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Eleonora Duse, la più grande attrice teatrale della sua epoca e una delle più grandi di tutti i tempi.

Nata a Vigevano nel 1858, figlia di attori che recitano per il Nord Italia con una compagnia itinerante, la Duse ha solo quattro anni quando, a Chioggia, sale sul palcoscenico per interpretare Cosetta nei Miserabili di Victor Hugo. Nella vita vestirà poi tanti ruoli, protagonista di opere di Ibsen, Dumas e dello stesso d’Annunzio, che aiuterà anche finanziariamente. Sabato 9 marzo, la festa “Ho coronato la saggezza oggi e acceso il gran fuoco” che inaugura la stagione primaverile del Vittoriale sarà l’occasione per aprire anche le celebrazioni dei 100 anni della morte, avvenuta a Pittsburgh il 21 aprile del 1924, e rievocare e raccontare nuovamente la figura poliedrica di una delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi. Il suo nome è strettamente legato a quello del poeta, con cui condivise una lunga storia d’amore (ma anche professionale), che ha appassionato gli italiani ad inizio ‘900 e non solo, tanto da incidere anche sulla cultura del Paese. "Probabilmente difficilmente la ricorderemmo senza d’Annunzio, l’ha resa immortale – commenta Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale nonché alla guida del Comitato Nazionale per le celebrazioni della scomparsa della Duse istituito dal ministro della Cultura -. Sappiamo che è stata una grande attrice, anche se non abbiamo potuto vederla, se non in un unico film in bianco e nero, muto (“Cenere”, ndr). Ma ha avuto successo in tutto il mondo, in tutte le lingue, in tutti i Paesi. Era donna di grande fascino, una personalità non banale, è stata un grande amore per d’Annunzio, nonché l’unica con cui abbia lavorato. E siccome il lavoro, contrariamente a quello che si crede, era la cosa più importante della vita di d’Annunzio, è lì che la passione è cresciuta, si è stabilizzata ed è calata molto lentamente, tanto che per tutta la vita l’ha ricordata".

Non era facile, però, essere Eleonora Duse in quel momento storico e la concomitanza dell’inizio delle celebrazioni per il centenario quasi con la Giornata internazionale della Donna sembra voler evidenziare la libertà e la capacità di autodeterminazione della Divina, come modello ancora oggi di estrema attualità. "Una donna libera, che non nascondeva di avere degli amanti, probabilmente anche amori saffici, ma anche una donna che viveva del proprio lavoro, un’attrice e anche un’imprenditrice", sottolinea Guerri.

Una vita straordinaria, che il grande pubblico avrà modo di conoscere più da vicino grazie al film per la regia di Pietro Marcello, in fase di realizzazione con protagonista Valeria Bruni Tedeschi, in cui ci sarà lo stesso Guerri nella parte dell’assistente di d’Annunzio. Qualcosa della Divina si potrà già riscoprire sabato: all’ingresso dell’Auditorium del Vittoriale degli Italiani, sarà allestito per il pubblico uno spazio espositivo con alcuni oggetti dell’attrice provenienti dalla collezione privata di Fiorenzo Silvestri e dal patrimonio archivistico del Vittoriale.