
La protesta dei lavoratori dello spettacolo ai tempi della pandemia per la mancanza di sostegni al settore
Brescia – Lavoratori dello spettacolo in calo: nel 2024 in Lombardia sono stati duemila in meno che nel 2023. Il calo si è registrato anche nel Bresciano, come certificato dall’Osservatorio Inps sui lavoratori dello spettacolo. Nel 2024 nella provincia si contavano 3.013 persone nel settore, in diminuzione rispetto ai 3.172 del 2023. A pagare di più l’uscita da questo ambito, sono le lavoratrici: erano 1.314 nel 2023, sono state 1.213 nell’ultimo anno, un centinaio in meno.
A livello regionale si è passati da 70.400 a 68.330. Stabili o in leggera crescita le retribuzioni, a fronte di un calo delle giornate lavorate (circa 500mila in meno). Tra i diversi gruppi professionali, anche a livello regionale si rileva il trend in aumento dei registi e degli sceneggiatori, circa un centinaio in più in un anno; a Brescia si passa da 23 a 29. Crescono anche gli attori, in controtendenza rispetto al dato nazionale (+200 in Lombardia).
Se si guarda, invece, la tipologia contrattuale, gli stagionali sono circa il 9% dei lavoratori totali; in aumento rispetto al 2023 i contratti a tempo determinato, passati da 9mila a 10mila a livello regionale. Diverse le cause che possono avere comportato questa riduzione. Cronicamente, i i lavoratori e le lavoratrici non vedono infatti riconosciuta la discontinuità tipica del loro mestiere e al contempo mancano ancora le tutele adeguate e questo può avere generato un esodo verso settori che offrono maggiori tutele oppure verso il sommerso.
La maggior parte dei lavoratori dello spettacolo è isolata nel mercato del lavoro, soffre anche di una mancanza di potere contrattuale, che spesso porta a lavorare in nero. Situazioni che creano terreno fertile per alimentare un altro fenomeno, emerso negli ultimi anni a livello internazionale grazie al me too, che è quello delle molestie o abusi sessuali.
«Il provino – spiega Cinzia Spanò, attrice, drammaturga, regista teatrale e attivista socia fondatrice e presidente di Amleta, associazione per il contrasto alle disparità e alla violenza nel mondo dello spettacolo – è uno dei momenti in cui avvengono molestie e violenze con maggiore frequenza. In un momento in cui i dati Inps ci raccontano un settore in crisi, può essere una svolta, ciò che può cambiare la vita, per cui chi esercita il potere è più propenso ad abusarne».