FEDERICA PACELLA
Cultura e Spettacoli

Lavoratori dello spettacolo isolati e sotto ricatto: “A rischio di molestie”

I dati dell’Osservatorio Inps certificano un calo di operatori del settore. Il poco peso contrattuale li espone: “Al provino chi ha il potere ne abusa”

La protesta dei lavoratori dello spettacolo ai tempi della pandemia per la mancanza di sostegni al settore

La protesta dei lavoratori dello spettacolo ai tempi della pandemia per la mancanza di sostegni al settore

Brescia – Lavoratori dello spettacolo in calo: nel 2024 in Lombardia sono stati duemila in meno che nel 2023. Il calo si è registrato anche nel Bresciano, come certificato dall’Osservatorio Inps sui lavoratori dello spettacolo. Nel 2024 nella provincia si contavano 3.013 persone nel settore, in diminuzione rispetto ai 3.172 del 2023. A pagare di più l’uscita da questo ambito, sono le lavoratrici: erano 1.314 nel 2023, sono state 1.213 nell’ultimo anno, un centinaio in meno.

A livello regionale si è passati da 70.400 a 68.330. Stabili o in leggera crescita le retribuzioni, a fronte di un calo delle giornate lavorate (circa 500mila in meno). Tra i diversi gruppi professionali, anche a livello regionale si rileva il trend in aumento dei registi e degli sceneggiatori, circa un centinaio in più in un anno; a Brescia si passa da 23 a 29. Crescono anche gli attori, in controtendenza rispetto al dato nazionale (+200 in Lombardia).

Se si guarda, invece, la tipologia contrattuale, gli stagionali sono circa il 9% dei lavoratori totali; in aumento rispetto al 2023 i contratti a tempo determinato, passati da 9mila a 10mila a livello regionale. Diverse le cause che possono avere comportato questa riduzione. Cronicamente, i i lavoratori e le lavoratrici non vedono infatti riconosciuta la discontinuità tipica del loro mestiere e al contempo mancano ancora le tutele adeguate e questo può avere generato un esodo verso settori che offrono maggiori tutele oppure verso il sommerso.

La maggior parte dei lavoratori dello spettacolo è isolata nel mercato del lavoro, soffre anche di una mancanza di potere contrattuale, che spesso porta a lavorare in nero. Situazioni che creano terreno fertile per alimentare un altro fenomeno, emerso negli ultimi anni a livello internazionale grazie al me too, che è quello delle molestie o abusi sessuali.

«Il provino – spiega Cinzia Spanò, attrice, drammaturga, regista teatrale e attivista socia fondatrice e presidente di Amleta, associazione per il contrasto alle disparità e alla violenza nel mondo dello spettacolo – è uno dei momenti in cui avvengono molestie e violenze con maggiore frequenza. In un momento in cui i dati Inps ci raccontano un settore in crisi, può essere una svolta, ciò che può cambiare la vita, per cui chi esercita il potere è più propenso ad abusarne».