Strage di Pontevico, "Manolo è morto": processo chiuso

Per la Corte d'Assise i documenti serbi che attestano la morte dell'imputato sono attendibili: nessun processo per la strage di Torchiera del 1990

Manolo è morto nel 2014

Manolo è morto nel 2014

Brescia, 17 maggio  2017 - La Corte d'Assise di Brescia ha chiuso, per intervenuta estinzione del reato per morte del reo, il processo per la strage di Ferragosto del 1990 quando Ljubisa Vrbanovic, detto Manolo, uccise in un rapina in casa degenerata, Giuliano e Agnese Viscardi, di 58 e 53 anni, e i figli della coppia Luciano e Maria Francesca di 28 e 23 anni che abitavano nella stessa villetta a Torchiera di Pontevico nel Bresciano. I giudici bresciani hanno preso atto del certificato di morte dell'imputato, inviato dalle autorità serbe e che fissa all'11 marzo 2014 il decesso di quello che era ribattezzato il killer dagli occhi gialli. 

Manolo, stando ai documenti, è morto nell'ospedale carcerario di Belgrado dove era detenuto per scontare la condanna a 40 anni incassata in patria proprio per il quadruplice delitto di Torchiera di Pontevico. La sua tomba è nel cimitero del paese natale a Kragujevac, città della Serbia centrale. Guido Viscardi, unico sopravvissuto alla strage di ferragosto del 1990 e parte civile in questo processo italiano, non crede alla reale morte di Manolo e avrebbe voluto che i giudici bresciani disponessero la riesumazione del cadavere e la comparazione del dna con quello del fratello di Manolo, detenuto nel carcere di Frosinone e della figlia naturale, come chiesto anche dal pm in aula Mauro Leo Tenaglia. Richiesta però rigettata dalla Corte d'Assise di Brescia.