FEDERICA PACELLA
Cronaca

La strage di Brescia, 50 anni dopo: il documentario degli studenti di Cinema al Festival di Venezia

Il film degli allievi della Cattolica al Lido. “Abbiamo cercato di ricostruire la realtà più che ricercare la verità”. Le voci di Manlio Milani, Paolo Corsini, Alfredo Bazoli e Marco Fenaroli

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Gli studenti dell’università Cattolica durante le riprese di “1974. La Strage di Brescia“

Brescia – C’è un momento in cui la Storia smette di essere solo una sequenza di fatti e diventa qualcosa di personale, di intimo. Quel momento arriva quando ci si rende conto che dietro ogni nome, ogni data, c’è una vita che merita di essere raccontata, ascoltata, e ricordata. Il documentario “1974. La Strage di Brescia” porta proprio lì, al punto in cui la Storia si fa carne e sangue. “Abbiamo cercato di ricostruire la realtà piuttosto che ricercare la verità, per fare memoria non solo come ricordo, ma per dare una chiave di lettura che aiuti a capire come è cambiato il mondo”. Così il regista Carlo Porteri racconta il documentario che, il 30 agosto, sarà proiettato e presentato all’Hotel Excelsior, nell’ambito dell’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. A realizzarlo, un gruppo di studenti del corso di laurea Dams dell’Università Cattolica del Sacro, sede di Brescia, in collaborazione con Fondazione Ente dello Spettacolo.

Oltre alla regia, Porteri ha anche curato la sceneggiatura assieme a Marco Danesi e Lorenzo Tonni, con l’aiuto regia Marina Di Maggio. Proprio Porteri e Di Maggio saranno presenti a Venezia, insieme ai produttori Anna Giada Altomare e Mario Congiusti, rispettivamente fondatrice e socio di Another Coffee Stories. “Inutile dire che si tratta di un’occasione unica – sottolinea Porteri – nata grazie al professor Massimo Locatelli che fa parte di Almed, Alta scuola in media, comunicazione e spettacolo che ha un spazio nel Festival”.

A Venezia sbarca così un pezzo di storia di Brescia e non solo. Il documentario rappresenta, infatti, un’indagine profonda e toccante sul periodo dello stragismo italiano, focalizzandosi sulla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974, ma non si limita a raccontare un evento storico. Le diverse sezioni in cui è suddiviso coprono un arco temporale molto ampio, dalla fase del miracolo economico degli anni Sessanta fino alla sentenza del 2015 che ha messo un primo punto fermo sul lungo iter giudiziario legato alla strage.

Il racconto è arricchito dalle testimonianze di figure chiave come Manlio Milani, che perse la moglie Livia Bottardi nella strage, e Alfredo Bazoli, rimasto orfano di Giulietta Banzi Bazoli. Altri interventi fondamentali includono quelli di Marco Fenaroli, Laura Castelletti, Silvano Agosti, Mario Capponi, Diletta Colosio, Paolo Corsini, Mario Labolani e del politologo Vittorio Emanuele Parsi, che analizza gli effetti delle stragi nel contesto politico-sociale internazionale; il lungo iter giudiziario per arrivare alla verità è narrato dall’avvocato Piergiorgio Vittorini. I giovani che lo hanno realizzato hanno scelto di guardare in faccia la sofferenza, di ascoltare le voci di chi non può dimenticare, e di trasformare quel dolore in un’opera che possa parlare a tutti, oggi e domani. L’obiettivo del film è infatti anche quello di riconoscere le conquiste ottenute durante quegli anni di violenza e di lasciarne una testimonianza viva alla città di Brescia e alla sua comunità, in occasione del 50esimo anniversario della strage.