FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, Laura Castelletti: “Poche sindache? Ancora vittime di pregiudizi, la svolta arriverà dai giovani"

Un anno fa la storica vittoria per la Loggia: purtroppo manca pure la solidarietà femminile

Laura Castelletti alla Strawoman

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Brescia, 13 maggio 2024 –  Tra le poche donne alla guida di una grande amministrazione locale in Lombardia c’è Laura Castelletti, eletta un anno fa prima sindaca di Brescia.

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Castelletti, i numeri sono impietosi. Perché, secondo lei, ci sono ancora così poche donne alla guida dei Comuni lombardi?

"I dati del Ministero dell’Interno sono molto chiari: ancora oggi l’82% dei sindaci è un uomo. Ma io voglio partire dalla mia esperienza, che non è frutto del caso: sono la prima donna a essere diventata sindaca di Brescia, questo ha avuto per tutte noi un grande significato perché è caduto anche questo tabù. E se fra i famosi sindaci dell’autostrada A4 io sono l’unica donna, è vero che le cose stanno cambiando: in provincia di Brescia, così come a Bergamo e in molte altre città, le candidate donna alla poltrona di sindaca ci sono, e corrono per vincere".

Secondo lei c’è una sotto-rappresentazione delle donne in politica o il problema è alla radice, ovvero ci sono poche donne che fanno politica?

"Certamente oggi il gap di rappresentatività è ancora molto grande e per raggiungere la parità di genere temo ci vorranno diversi anni. Non credo che si tratti di una scarsa partecipazione femminile nella politica: a Brescia le donne sono molto attive nei quartieri e nelle associazioni, ma faticano a farsi eleggere. Nel nostro Consiglio comunale, su 32 consiglieri solo 7 sono donne. E anche nelle recenti consultazioni per il rinnovo dei Consigli di quartiere, è più alta la percentuale di donne che sono andate a votare, ma hanno scelto uomini. Nel segreto dell’urna si fa fatica a votare una donna, ma non perché manchino le candidate. Stiamo ancora pagando un pregiudizio antico che la politica, così come altre tematiche importanti come l’imprenditoria, non siano argomenti adatti al genere femminile. La cosa più disturbante è che questo pregiudizio non risparmia nemmeno noi: se dobbiamo scegliere da chi farci rappresentare, spesso ci sentiamo più rassicurate se a farlo è un uomo. Sconfiggeremo questo pregiudizio, ne sono certa, perché vedo come stanno crescendo le future generazioni che sono molto più libere di noi sotto questo punto di vista, ma già oggi non mancano le candidate di valore che hanno messo a disposizione della comunità la propria professionalità e che possiamo scegliere di votare".

Partendo dalla sua esperienza personale, anche nella politica ci sono più ostacoli per una donna rispetto ad un uomo? Quali?

"Nel mio piccolo, quando è toccato a me decidere la squadra che mi accompagnasse in questo percorso amministrativo, ho cercato di equilibrare il più possibile il gender gap: la giunta comunale oggi è costituita per il 40% da donne. A loro ho affidato deleghe importanti come l’ambiente, l’urbanistica e l’educazione, scommesse fondamentali per la nostra città. Era doveroso da parte mia, in quanto prima donna sindaca della città di Brescia, provare a sfondare il tetto di cristallo che abbiamo sulla testa. Perché, anche in politica come in molti altri ambiti, essere donna è più difficile, si incontrano più ostacoli soprattutto se si decide di avere anche una famiglia. La conciliazione dei tempi fra lavoro e famiglia non esiste a livello generale, ognuno se la fa da sé con le risorse che ha, e il più delle volte se i conti non tornano è la donna a farne le spese".

Il problema della disparità di genere permea l’intera società. Può una classe politica che resta a traino per lo più maschile fare in modo che le cose cambino davvero?

"Come detto, sono convinta che il gender gap si supererà ma ci vorranno ancora anni. Per accelerare questo processo che io credo e auspico irreversibile, servirebbe la consapevolezza e la collaborazione anche dei miei colleghi maschi. I primi cittadini uomini, ad esempio, potrebbero essere affiancati da una vicesindaca con cui condividere oneri, onori e responsabilità".