LUCA BALZAROTTI
Cronaca

Le sindache in Lombardia non aumentano: meno di un Comune su cinque governato da una donna. Grandi città ancora tabù

Secondo il report Anci la percentuale di quote rosa tra i primi cittadini è stabile dal 2022. Presenza maggiore nei paesi tra 5mila e 10mila abitanti.

Laura Castelletti, prima sindaca della storia di Brescia e unica donna alla guida di città con più di 50mila abitanti

Laura Castelletti, prima sindaca della storia di Brescia e unica donna alla guida di città con più di 50mila abitanti

I sindaci donna in carica in Lombardia hanno una crescita vicina allo zero. Il trend si legge nell’ottava edizione del volume “I Comuni della Lombardia“ con cui Anci illustra le caratteristiche territoriali, istituzionali, economico-finanziarie e socio-demografiche degli oltre 1.500 enti locali della regione. Tra meno di un mese – 8 e 9 giugno – in 961 (il 64%) andranno al voto per rinnovare consiglieri e sindaci. E secondo i dati pubblicati qualche giorno fa da Anci, solo il 18,4% dei Comuni è guidato da una donna. Una percentuale simile a quelle presenti nelle edizioni 2023 (18,3%) e 2022 (18,1%) dei volumi curati dall’Associazione.

Nelle ultime tornate amministrative, di fatto, nulla o quasi è cambiato. Un anno fa Brescia ha eletto il suo primo sindaco donna della storia, Laura Castelletti, senza neppure passare dal ballottaggio. Un caso isolato nelle città al di sopra dei 50mila abitanti, guidate quasi interamente da uomini.

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La rappresentanza rosa latita anche nelle realtà meno popolose. La fascia tra i 5mila e i 10mila residenti è quella che riesce a eleggere più donne alla guida dei municipi: 22,5%. Qui un amministratore su cinque rappresenta il genere femminile. Nei paesi più piccoli (sotto i mille e tra i mille e i 3mila residenti) il dato scende al 17,5 e 17,6%. Leggermente più alto rispetto all’edizione 2022 del volume Anci (16,2% e 16,6%) ma in linea con quanto si leggeva nel 2023 (17,1 e 17,9%). Nei centri tra i 3mila e i 5mila abitanti le donne sindaco sono il 18,3%: nel 2022 erano il 19,3%, nel 2023 il 17,3%. Tra i Comuni con una popolazione compresa tra i 10 e i 20mila abitanti le quote rose sono il 19,3%: erano il 18,3% nel 2023 e il 17,5% nel 2022.

Più cresce la città e più la presenza di donne in municipio diventa rara: nella fascia tra i 20 e i 50mila abitanti gli uomini lasciano solo il 12,7% delle fasce tricolori. Un trend in calo sensibile rispetto al 15,1% del 2023 e al 20,3% del 2022. Guardando alle province quella che alla vigilia della prossima tornata elettorale si presenta con più donne uscenti è Milano (28,8%). Seguono Monza e Brianza (23,6%), Lodi (22,4%) e Pavia (20,8%). In linea con la media regionale si trovano Sondrio (18,2%) e Varese (18%), mentre Bergamo (17,8%) e Como (17,1%) sono leggermente al di sotto. Più lontane Brescia (15,8%), Lecco (15,7%) e Mantova (14,1%). Cremona con il 10,1% è la meno rappresentata da donne. Anche i territori riflettono l’andamento regionale complessivo: negli ultimi anni la crescita è stata vicino allo zero.