
Il tribunale di Brescia
Brescia – Nuova udienza ieri del processo a Salvatore Cafiero, il 53enne maestro di arti marziali arrestato la scorsa primavera per violenza sessuale aggravata, truffa, riduzione in schiavitù, esercizio abusivo della professione medica e commercio abusivo di farmaci illegali. Per il pm Benedetta Callea l’imputato – ieri in aula – tra il 2020 e il 2022 approfittando del proprio carisma avrebbe soggiogato alcune allieve – tre le parti offese, tra i 20 e i 40 anni – ottenendone sesso, anche di gruppo, durante incontri conviviali a casa propria e in palestra, a Paitone. Cafiero è accusato anche di avere praticato l’agopuntura senza averne titolo e somministrato farmaci vietati in Italia.
"La mia paziente aveva espresso il suo dissenso al rapporto sessuale ma aveva bevuto molto e non era riuscita ad opporsi – ha testimoniato la psicologa di una delle parti civili – alla fine ha deciso che sarebbe stato più semplice non fare nulla. Per lei Cafiero era un maestro che agiva per il suo bene".
In aula anche i carabinieri che hanno condotto le indagini. Il comandante del Nas, Nunzio Stanco, che ha accertato come l’imputato non fosse iscritto all’albo dei medici, "iter necessario per praticare l’agopuntura", e il comandante del Norm della compagnia di Chiari: "In palestra c’era un ambulatorio con aghi, siringhe, cotone e strumentazione da agopuntura senza apparecchi per la sterilizzazione – ha detto il tenente Jacopo Marin –. Da conversazioni (intercettate, ndr) con la moglie, si capiva che lei era gelosa per come gestiva i rapporti con le ragazze. Lo rimproverava perché pare piegasse le persone alla sua realtà".