
L'ingresso del liceo Scientifico Leonardo di Brescia
Milano, 10 maggio 2025 – Non si placano le acque al liceo Lunardi di Brescia, dove a fine marzo una studentessa ha raccontato di essere stata molestata da un professore. Episodio da cui è partito un braccio di ferro tra il preside, Massimo Cosentino, e il collettivo Onda Studentesca che aveva denunciato l’episodio attraverso i sociale con volantini su fogli A4. Questa mattina, davanti ai cancelli della scuola, si è tenuto un flashmob per esprimere la solidarietà alla ragazza. L'iniziativa è dei Centri AntiViolenza di Brescia che hanno espresso al loro piena vicinanza alla giovane. La vicenda, resa nota dal collettivo studentesco Onda Studentesca, è ora all'attenzione della magistratura.
Le associazioni sottolineano l'importanza di garantire alla giovane, e a chiunque scelga di esporsi per chiedere verità e giustizia, un contesto di ascolto, accoglienza e rispetto. "Siamo al fianco di chi denuncia, crediamo alle loro parole e sosteniamo il coraggio di chi decide di condividere la propria esperienza", dichiarano.
I Centri Antiviolenza della Provincia di Brescia hanno riaffermato la necessità di rafforzare i servizi di supporto e i percorsi di educazione al rispetto e alla parità di genere, con particolare attenzione all'ambiente scolastico. "Occorre contrastare ogni forma di colpevolizzazione e di esposizione pubblica della persona offesa, fenomeno noto come rivittimizzazione, che troppo spesso dissuade dal denunciare comportamenti violenti. Non basta non essere autori di violenza, è necessario un impegno collettivo per decostruire stereotipi sessisti e prevenire comportamenti abusivi attraverso l'educazione e la sensibilizzazione, a partire dalle scuole". Alle studentesse e a tutte le donne viene rinnovato il messaggio che "i centri antiviolenza ci sono. Offriamo ascolto, accoglienza e sostegno nel pieno rispetto della libertà e delle decisioni di ogni persona".
La tensione a scuola è salita quando il collettivo ha chiesto pubblicamente alla dirigenza di allontanare il docente dalla scuola, di “non restare indifferente di fronte a una situazione del genere. E se fosse successo a uno di voi? A una sorella, a un’amica? Continuereste a difenderlo?”. Dal canto suo il preside ha affermato di aver “parlato con la ragazza e con i suoi genitori: non ho cercato di minimizzare o insabbiare nulla. Ho convocato gli studenti rappresentanti d'istituto chiedendo di non pubblicare sui social fatti di cui non hanno diretta conoscenza. Credo che questo sia un tentativo di montare un caso mediatico a prescindere dai fatti realmente accaduti – stigmatizza ancora il preside –. Su di me e sulla scuola sono state dette delle falsità che ne infangano l’onore”. La polizia postale sarebbe intervenuta per rimuovere le storie di denuncia pubblicate sui social dalla ragazza.