Brescia, 22 ottobre 2022 - Un anno fa si era già visto notificare un’espulsione dall’Italia su richiesta del questore che lo riteneva ‘indesiderato’ in quanto socialmente pericoloso, ma lui era riuscito a rimanere in Italia in quanto padre di un figlio nato e cresciuto a Brescia, ancora minorenne, che avrebbe sofferto il distacco. Ora la sua presunta pericolosità ‘qualificata’ è stata ‘certificata’ dal tribunale che ha emesso a suo carico una misura di prevenzione patrimoniale e personale. Destinatario, Gezim Sallaku, 51enne imprenditore albanese di casa sul Sebino , ex patron del Darfo Calcio, volto noto delle cronache giudiziarie con alle spalle un curriculum criminale assai movimentato.
Sallaku ieri si è visto notificare dalla Guardia di Finanza un sequestro di beni mobili e immobili da 5,8 milioni di euro, oltre alla sorveglianza speciale. Una serie di approfondimenti del Gico del Nucleo di polizia economica e tributaria - a coordinarli, i pm Claudia Moregola e Claudia Passalacqua - avrebbe posto infatti in luce una notevole sproporzione tra il tenore di vita e i redditi dichiarati. L’indagine ha permesso di ottenere una duplice misura dal tribunale. Così sin dall’alba i militari delle Fiamme gialle, seguiti dai cani specializzati nella ricerca di contanti, hanno fatto scattare sequestri e perquisizioni, ancora in corso (per esempio quella in un bar di fronte al palagiustizia, nel quale si sospetta l’imprenditore abbia interessi). I sigilli sono stati apposti a due ville a Sale Marasino - in via De Gasperi 28 e in via Regina Margherita 4-, a numerosi appartamenti in Albania, alle sue quote societarie della Gsa. Sh, P. K, srl di Brescia, ditta di compravendita immobiliare, e del gruppo Gsa srl di Piancamuno, azienda edile. E ancora, sequestrati un orologio di lusso, auto, l’albergo a 4 stelle Villa Kinzica di Sale Marasino, Comune di residenza dei Sallaku.
Pluripregiudicato e pluri-indagato - l’ultima inchiesta, dei pm della DDA Paolo Salvio e Francesco Carlo Milanesi, lo vede coinvolto a vario titolo con altre 68 persone per traffico internazionale di droga - il 51enne ha sempre detto di essere approdato in Italia negli anni ‘90 con un viaggio della speranza sui barconi. Da allora si è fatto strada - assai tortuosa - nell’edilizia, nella ristorazione, nel turismo, ma pure nel calcio dilettantistico e nelle opere stradali. Mentre anno dopo anno gli affari crescevano e si diversificavano, coinvolgendo i famigliari, di pari passo maturavano i guai giudiziari, con entrate e uscite dal carcere.
Le prime grane risalgono a fine anni ‘90. Dal furto al danneggiamento, dalla ricettazione al riciclaggio, passando per estorsioni, esercizio arbitrario delle proprie ragioni, truffa, simulazione di reato, trasferimento fraudolento di valori all’estero. Un elenco che nel 2021 aveva spinto il questore Giovanni Signer a chiederne l’espulsione, rigettata dalla Corte d’appello. Ultimo capitolo il sequestro milionario e la sorveglianza speciale: per tre anni Sallaku sarà confinato a Sale Marasino, non potrà uscire casa dalle 21 alle 7 né frequentare locali ed esercizi pubblici.