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Mauro Pedrotti Il figlio di 54 anni: ha confessato il delitto
Puegnago (Brescia) – A decidere la sua sorte giudiziaria, il prossimo 11 febbraio, sarà la prima sezione della Corte d’Assise. Mauro Pedrotti, l’operaio che lo scorso 7 febbraio prima di recarsi al lavoro strangolò con uno straccio la madre, Santina Delai, 78 anni, che viveva nell’appartamento accanto al suo a Puegnago, è stato rinviato a giudizio.
Ieri si è svolta l’udienza preliminare, alla presenza dei fratelli e delle sorelle della vittima che hanno scelto di non costituirsi parte civile. In aula avrebbe dovuto esserci anche l’imputato, che alla fine però ha rinunciato a partecipare all’udienza e non è stato tradotto dal carcere. Omicidio aggravato dalla premeditazione, dal vincolo parentale con la vittima e dalla minorata difesa della stessa, le accuse mosse dalla procura.
Operaio asfaltatore per la Btt di Manerba, il cinquantaquattrenne inizialmente aveva inscenato la rapina degenerata. Alla moglie, ai vicini, al suo datore di lavoro si era affrettato a dichiarare con voce rotta “La mamma l’è morta, me l’ha stofegata, l’è vegnit denter un lader” (“La mamma è morta, me l’hanno strangolata, è entrato un ladro”, ndr) e di fronte alla scoperta del corpo si era precipitato a chiamare le pompe funebri anziché il 112, allertato non da lui ma dal suo titolare. Un dettaglio che messo insieme a molti altri, ai carabinieri era risultato stridente. Pedrotti quella mattina alle 5,30 si intrufolò a casa della madre, in via Panoramica, e le strinse al collo lo straccio con cui la donna stava facendo le pulizie. Poi si recò al lavoro e inscenò il furto degenerato.
Messo sotto torchio, confessò prima di avere avuto in mente il progetto omicida da un paio di settimane, poi di avere avuto un raptus, esasperato dalle continue discussioni con l’anziana, che si opponeva al suo progetto di allontanarsi e cambiare casa. “Mi rimproverava ogni volta che io e la mia famiglia andavamo in vacanza, anche solo per qualche giorno”, le sue dichiarazioni. L’avvocato Giovanni Brunelli, che assiste il cinquantaquattrenne, aveva chiesto di poter affrontare il processo in abbreviato – passaggio solo formale giacché i reati punibili con l’ergastolo quali sono gli omicidi aggravati sono di competenza esclusiva dell’Assise, ma in caso di mancato riconoscimento delle aggravanti all’esito del giudizio consentirebbe il recupero dello sconto di un terzo della pena – ma il gip, Matteo Grimaldi ha disposto il dibattimento.