FEDERICA PACELLA
Cronaca

Abbandono accademico. Le due università provano a invertire il trend

Tante opportunità di lavoro che drenano potenziali universitari dai percorsi di studio al posto in azienda: così Brescia e Bergamo...

I promotori del progetto Speed avviato per contrastare l’abbandono universitario

I promotori del progetto Speed avviato per contrastare l’abbandono universitario

Tante opportunità di lavoro che drenano potenziali universitari dai percorsi di studio al posto in azienda: così Brescia e Bergamo sono storicamente tra le province con meno laureati in Italia. L’Unione Europa ha posto come obiettivo il raggiungimento del 45% fra i 25 e 34 anni con laurea: molti Paesi europei ci sono quasi arrivati, l’Italia è ferma al 30%, Brescia e Bergamo sono a circa il 25-26%. Molti si fermano al diploma, ma ci sono anche tanti studenti e studentesse che lasciano l’università al primo anno: si parla di un tasso di abbandono fra il 25 ed il 35%, a cui andrebbero aggiunti i tanti universitari che si iscrivono al secondo anno con zero crediti.

"In questo contesto – spiega il rettore dell’Università di Brescia, Francesco Castelli – è nato il progetto Speed, per promuovere la regolarità degli studi e la riduzione degli abbandoni, che è anche obiettivo del nostro Piano strategico". Il progetto è promosso da Università degli studi di Brescia e di Bergamo, con il sostegno di Fondazione Cassa depositi e prestiti, per ridurre l’abbandono di studi accademici. Il percorso definito durerà per 27 mesi, a partire dal 2025-26, per un impegno dei promotori di 300mila euro. "Con il progetto Speed – spiega Piera Molinelli, prorettrice vicaria dell’Università degli studi di Bergamo – le due università adottano un approccio che mette realmente al centro i bisogni degli studenti e delle studentesse".

In dettaglio, il programma prevede l’analisi statistica del fenomeno e la definizione di un modello economico che consenta di individuare in tempi rapidi gli studenti a rischio abbandono. Il percorso prevede: attività di tutoraggio con studenti universitari senior; sostegno all’apprendimento di un metodo di studio adeguato ai corsi universitari; servizio di mentoring e coaching; supporto al benessere individuale, attraverso una consulenza psicologica.

"Intervenire a favore dei giovani – commenta il Presidente di Fondazione Cdp, Giovanni Gorno Tempini – offrendo programmi di formazione e strumenti di affiancamento, crescita e sostegno durante il percorso universitario con l’obiettivo di affrontare il problema dell’abbandono degli studi, è uno degli elementi che caratterizzano il ruolo sociale che la Fondazione vuole svolgere".

Federica Pacella