Brescia – Al via ieri in Assise il processo all’osteopata arrestato un anno fa con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di alcuni pazienti, tra cui bambini in condizioni di fragilità. L’indagine era scaturita dalla denuncia della madre di un quindicenne dell’Ovest bresciano con gravi problemi di deambulazione in cura presso il professionista, 44 anni, originario dell’Albania.
La donna qualche mese prima aveva ricevuto dal figlio inquietanti confidenze, ovvero che l’osteopata approfittando delle circostanze di contatto fisico avrebbe abusato di lui. L’indagine, condotta dai carabinieri della compagnia di Chiari e dal pm Victoria Allegra Boga, era sfociata in una misura cautelare, eseguita nella casa di Bologna dell’uomo. La sua posizione peraltro aggravata nel corso dell’inchiesta si è complicata, e il numero delle vittime è salito dalle quattro ipotizzate all’inizio a sei - di cui quattro bambini tra i 10 e i 15 anni, residenti in varie province - bisognosi di trattamenti manipolatori per le patologie più varie residenti in varie province.
L’osteopata li incontrava durante visite domiciliari, oppure in cliniche e centri medici non solo del Bresciano. Ieri davanti al presidente Roberto Spanò - che ha deciso la celebrazione del processo a porte chiuse - si sono costituite parti civili quattro pazienti (tre minori e un adulto). Il dibattimento entrerà nel vivo il prossimo 18 febbraio. E in ragione della riforma Cartabia, che ha inasprito il trattamento sanzionatorio per chi commette violenze sessuali ai danni di minori, sarà appunto celebrato non già davanti un collegio ordinario ma in Assise.