Lago d'Iseo, la battaglia contro il pesce siluro si incaglia nelle reti degli enti

Competenza provinciale passata alla Regione. Difficile il futuro per l'ittiofauna

L'ittiologo Marco Mancini

L'ittiologo Marco Mancini

Brescia, 13 febbraio 2017 - Il futuro per l’ittiofauna del lago d’Iseo potrebbe essere ancora più difficile di quanto non sia già oggi. Se in questi ultimi anni pescare è diventato sempre più difficile, prossimamente la situazione potrebbe peggiorare. Tra le cause che hanno portato alla diminuzione dei pesci autoctoni vi è l’introduzione di specie alloctone come il pesce siluro, ghiottissimo dei suoi simili e delle loro uova, oltre che di altri animaletti. Per sei anni il Consorzio dell’Oglio ha lavorato al contenimento del vorace predatore di origini balcaniche. Ora, terminato il progetto iniziato nel 2011 con la collaborazione della Provincia di Brescia, non si sa se il lavoro riprenderà.

A causare il momento di stallo è il cambio di competenze. Il settore pesca, difatti, è passato dalla Provincia alla Regione Lombardia. «Ancora non sappiamo cosa accadrà – spiega Massimo Buizza, direttore del Consorzio dell’Oglio – stiamo instaurando un rapporto costruttivo con la Regione e i suoi addetti, però per ora tutto è sospeso». Eppure i risultati ci sono stati. In sei anni sono stati prelevati circa 200 quintali di pesce siluro. Alcuni esemplari erano di dimensioni ragguardevoli, anche superiori ai due metri. Nei primi tre anni la media è stata di circa 30 quintali ogni 12 mesi, nei secondi tre la media è di 40. In totale per portare a termine i lavori coordinati dall’ittiologo Marco Mancini, che si è avvalso dell’aiuto di alcuni operatori, sono serviti circa 145.000 euro. «Una possibilità ci sarebbe – rimarca il direttore Buizza –. Il nostro ente ogni anno spende attorno agli 80.000 euro per la semina di avannotti. Alla regione proponiamo di dimezzare questa cifra. Potremmo usare 40.000 euro per la nuova fauna e 40.000 euro per prelevare il pesce siluro. Ci sembra inutile immettere nuove forme di vita nel lago se il numero dei predatori aumenterà. È chiaro che più siluri ci saranno più mangeranno. Per noi è importante poter proseguire quanto iniziato nel 2011». Nessuna risposta è però arrivata fino a ora dalla Regione. Le tecniche usate per debellare il pesce siluro sono la pesca ‘per stordimento’ con scariche elettriche, eseguita dalla barca, e la pesca subacquea. Il Consorzio e il suo esperto nel giro di sei anni hanno dato lavoro a diversi pescatori di professione e iscritti ad associazioni dilettantistiche. Non da ultimo dal Consorzio ricordano che il pesce è commestibile. «Il siluro si mangia ed è buono – spiega Massimo Buizza – potrebbe diventare un’attrattiva culinaria».