Brescia, omicidio Pulvirenti: chiesto processo per i medici

Accusati di concorso colposo nell’uccisione al Clarabella di Iseo

Omicidio a Iseo, nella foto Nadia Pulvirenti

Omicidio a Iseo, nella foto Nadia Pulvirenti

Brescia, 17 gennaio 2020 - Secondo atto, ieri, dell’udienza preliminare per le cinque persone coinvolte nell’inchiesta bis sull’omicidio di Nadia Pulvirenti, la terapista 25enne di Castegnato che il 24 gennaio 2017 fu uccisa a coltellate alla Cascina Clarabella di Iseo da un paziente psichiatrico, Abderrahim El Mouckhtari, 56enne del Marocco.

La pm Erica Battaglia ha chiesto il rinvio a giudizio per i medici e la cooperativa per conto della quale Nadia lavorava, la Diogene, imputata ai sensi della 231 in quanto il delitto in questione sarebbe assimilabile a un infortunio. L’accusa è di concorso colposo nell’omicidio. Ne rispondono anche il direttore del Dipartimento di Salute mentale di Iseo Andrea Materzanini, (responsabile del programma di ospitalità leggera alla Cascina Clarabella), il responsabile del centro psicosociale Claudio Vavassori (presidente del cda di Diogene, datore di lavoro della vittima) con la collaboratrice Laura Fogliata, Giorgio Callea, direttore della residenzialità leggera, la psichiatra Annalisa Guerrini.

Stando alla Procura vi sarebbe stata una sottovalutazione collettiva della pericolosità dell’assassino – uscito assolto dal processo per incapacità di intendere e di volere – non adeguatamente curato e contenuto, tanto che quel giorno riuscì a impossessarsi di un coltello e lo usò contro l’educatrice. Le difese si sono opposte a questa lettura e hanno chiesto proscioglimenti, la parte civile – i genitori, il fratello e il fidanzato della 25enne – hanno ribadito la linea dell’accusa. Il giudice per le udienze preliminari Alberto Pavan deciderà il 27 febbraio.