Arrestato in Tunisia per il delitto Bani, il procuratore: "Estradatelo subito"

Per l'omicidio il tunisino è stato condannato in primo e secondo grado a a 30 anni di carcere

Pierluigi Maria Dell'Osso, procuratore generale di Brescia

Pierluigi Maria Dell'Osso, procuratore generale di Brescia

Brescia, 2 febbraio 2019 - A dare la notizia del suo arresto è stato il ministro degli Interni Matteo Salvini. Chaambi Mootaz , tunisino di 38 anni, è stato fermato nelle scorse ore in Tunisia da agenti della polizia del paese nordafricano. Su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale dopo che nel settembre del 2014 a Palazzolo aveva ucciso con decine di coltellate Daniela Bani la donna con cui si era sposato e con cui aveva fatto due figli (oggi hanno 11 e 8 anni) uno dei quali presenti in casa al momento dell’aggressione mortale e che recentemente aveva raccontato l’episodio in un tema a scuola.

Per quell’omicidio il tunisino è stato condannato in primo e secondo grado a a 30 anni di carcere. Il 38enne presto potrebbe essere consegnato alle autorità italiane. «Il prossimo passo sarà quello dell’estradizione. Anche la Tunisia entra a fare parte di quei paesi extraeuropei con cui riusciamo ad avere importanti rapporti di collaborazione – spiega il procuratore generale di Brescia, Pier Luigi Maria Dell’Osso commentando l’arresto – Siamo molto soddisfatti perché è la dimostrazione che chi commette reati prima o poi arriva a pagare le proprie colpe. Sono passati più di quattro anni dall’omicidio, ma ora il responsabile è in carcere». La sua latitanza era iniziata la sera del 22 settembre del 2014 quando dopo avere ucciso la moglie e consegnato i figli a un amico era scappato in Tunisia. Da lì aveva poi chiamato i genitori e il fratello della vittima raccontandogli quello che aveva fatto.

In Africa l’uomo continuava tranquillamente la sua vita, utilizzava liberamente il suo profilo Facebook attraverso cui aveva anche contattato una amica della moglie. La sua latitanza è ora finita. «Chiedevo solo giustizia e ormai non ci speravo più – ammette Giuseppina Ghilardi, la mamma di Daniela Bani – Ringrazio il ministro Salvini che ha risposto a un mio appello e si è attivato per far rintracciare l’uomo che ha ucciso mia figlia. Mi resta la rabbia per il fatto che siano serviti più di quattro anni per catturarlo. Fino ad ora nessuno lo aveva mai cercato nonostante sapessero dove fosse. Ora mi auguro che la Cassazione respinga il ricorso alla sua condanna».