Uccide il marito a Nuvolento, resta in carcere. Gip: "Incapace a reagire con equilibrio"

Nella telefonata del figlio al 112 si sente Raffaella Ragnoli dire "l'ho ucciso" in dialetto bresciano. E poi, rivolta al figlio: "Ti avrebbe ucciso". All'origine del delitto "continue vessazioni e minacce da parte del marito"

L'ho ucciso, l'ho ucciso

Una frase secca, scandita due volte in dialetto bresciano da Raffaella Ragnoli, la casalinga di 57 anni che sabato scorso a Nuvolento, nel Bresciano, ha ucciso con sei coltellate il marito Romano Fagoni, operaio disoccupato di 60 anni, al culmine di una lite. La frase è stata registrata nel corso della telefonata che il figlio 15enne ha fatto al 112 implorando la madre di fermarsi. "Mamma perché?" Chiede il figlio mentre è al telefono con i soccorritori e la madre risponde: "Basta, ti avrebbe ucciso". Poche frasi che aiuterebbero gli inquirenti a ricostruire quanto accaduto quella sera nell'abitazione di via Carlina.

La casalinga di Nuvolento resta in carcere

Raffaella Ragnoli, accusata di omicidio volontario aggravato, resta in carcere. "La donna ha spiegato di aver agito per difendere il figlio dopo che il padre gli aveva puntato un coltello alla gola e ha spiegato di aver agito da sola negando perentoriamente il  coinvolgimento del figlio" scrive il gip nell'ordinanza di convalida del fermo. Ma non è tutto. La 57enne scrive il gip "ha dato conto di un contesto familiare difficile, contrassegnato da continue vessazioni e minacce da parte del marito nei confronti suoi e del figlio" e "le modalità, le motivazioni e il contesto in cui è avvenuto l'omicidio denotano un'evidente incapacità della donna a reagire con equilibrio e raziocinio ad eventuali frustrazioni o comunque ad eventi avversi".