Mollusco killer nel lago di Garda: cos'è, da dove viene, rischi e come proteggersi

A render nota la scoperta è stata la Fondazione Edmund Mach, da sempre in prima linea in questo settore di ricerca attraverso una pubblicazione scientifica

 Dreissena bugensis, comunemente detta 'quagga mussel' scoperta nel lago di Garda

Dreissena bugensis, comunemente detta 'quagga mussel' scoperta nel lago di Garda

Brescia, 30 gennaio 2023 - Lago di Garda in allarme: è stata rilevata la presenza del mollusco 'killer' Dreissena bugensis, comunemente detta “quagga mussel“, mai rilevato prima in Italia. A render nota la scoperta è stata la Fondazione Edmund Mach, da sempre in prima linea in questo settore di ricerca, attraverso la pubblicazione scientifica “First record of quagga mussel, Dreissena bugensis Abdrusov, 1987, in Italy; morphological and genetic evidence in Lake Garda“ di Nico Salmaso, Francesca Ciutti, Cristina Cappelletti, Massimo Pindo e Adriano Boscaini. Ma di cosa si tratta? Da dove viene? Quali sono i rischi della sua presenza? E come proteggersi?

Cos'è

Dreissena bugensis è un mollusco, comunemente detto “quagga mussel”, originario del fiume Dnieper, che nasce dalle colline Valdai in Russia e sfocia, dopo aver percorso l’Ucraina, nel Mar Nero. Il guscio della cozza quagga è generalmente nero, giallo e/o a zig-zag. La conchiglia ha una cerena arrotondata e un lato ventrale convesso. La cozza quagga assomiglia alla cozza zebrata, proprio come il suo omonimo (quagga) assomiglia alla zebra. Il guscio di cozza quagga può essere distinto dal guscio di cozza zebra perché è più chiaro verso l'estremità della cerniera . È anche leggermente più grande della cozza zebra. Si nutre filtrando le acque (fino a un litro o più al giorno), rimuovendo fitoplancton, zooplancton e alghe. Il problema è che può formare tappeti di biomassa fino a 200 metri di profondità, attaccandosi a eventuali tubature che passano nei fondali e a manufatti portuali. Potrebbero, pertanto, verificarsi dei danni. Ha una durata dai 3 ai 5 anni.

Dove è stata trovata

Si presume che le cozze Quagga abbiano avuto origine nella sezione ucraina del  Mar Nero e probabilmente abbiano iniziato a diffondersi ulteriormente nell'Europa orientale negli anni '40. Oggi sono una specie invasiva presente in tutta l'Europa occidentale. In Romania, le cozze quagga sono state trovate per la prima volta nel 2004 nel fiume DanubioIn Germania, invece, sono state identificate per la prima volta nel 2005 e ora popolano molte acque interne, come il canale Reno-Meno-Danubio , il Meno e il Reno. Mentre in Svizzera nel 2015,  e nel Lago di Costanza nel 2016, dove da allora si sono diffusi in maniera massiccia e hanno causato notevoli problemi, in particolare ai macchinari degli acquedotti. Nel 2014, la specie è stata segnalata a Wraysbury Reservoir , non lontano dall'aeroporto londinese di Heathrow, nella valle del Tamigi . In Irlanda , le cozze sono state scoperte per la prima volta nel 2021 in due laghi sul fiume Shannon: Lough Derg e Lough Ree. E adesso eccole spuntare in Italia, nel lago di Garda.  "La prima catalogazione - ha spiegato Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda.- è avvenuta nel marzo scorso a Castelletto di Brenzone e Bardolino. Le dimensioni degli esemplari individuati, circa 17 millimetri, suggeriscono che sia arrivata da poco nel Garda.

Una specie invasiva

Si tratta di una specie altamente invasiva tanto che, come successo nel lago di Costanza, è stata in grado di soppiantare anche le specie aliene precedentemente presenti, colonizzando velocemente l'intero l'ambiente", ha spiegato Filippo Gavazzoni. E ha sottolineato: "Per il Garda potrebbero volerci solo 4 anni per questo, stando alla velocità con cui si è estesa nel Lago di Costanza. Possiamo quindi dire che è cominciata una colonizzazione 2.0 dove le specie invasive precedentemente insediate, potrebbero essere soppiantate da altre ancora più invasive".

Come è arrivata?

Ma come è arrivata questa specie dall’Europa dell’Est al Garda? "Per la specie gemella, Dreissena polynorpha è stato acclarato il passaggio dagli scafi delle imbarcazioni dell’Est Europa ai laghi tedeschi e da qui al Garda, con i motoscafi dei turisti arrivati sul Benaco". Lo stesso vale per questa nuova specie aliena. "L’autorevole pubblicazione scientifica della Fondazione Edmund Mach – ha sottolienato Gavazzoni - indica chiaramente che, non essendoci immissari nel Garda a contatto con laghi o fiumi precedentemente contaminati, l’arrivo di questa specie aliena, se non sbaglio la 43°, è avvenuta con l’arrivo di natanti esteri, con scafi e motori contaminati".

Come proteggere il lago

Di specie "aliene" sul Garda si parla da diverso tempo. "Studiando infatti il problema delle specie aliene, proprio attraverso le precedenti pubblicazioni scientifiche della Fondazione Mach, era chiaro come il Garda fosse già molto sotto pressione ed era necessario porre un freno ad un ulteriore fenomeno invasivo, con una legge interregionale a riguardo: la sanificazione carene e motori appunto", ha evidenziato  Gavazzoni, che ha seguito in prima persona la questione. La Regione Veneto ha in effetti recepito e facendo sua la proposta. Ora spetta a Lombardia e Trentino chiudere il cerchio. "Ormai non ci sono più scuse, anche perché lo chiede l’Europa, secondo cui i tre fattori principali di dissesto ambientale sono tre: pressione antropica, cambiamenti climatici e specie aliene. Sul Garda questi fattori sono tutti presenti. Lo vediamo dai livelli del lago, ma anche dalla presenza di specie aliene, visto che il Benaco è il più ricco d’Italia. La sanificazione consentirebbe di mettere un freno: spero che si faccia in fretta".