Lago di Garda, il mollusco killer arriva da Russia e Ucraina: perché adesso è qui

La Dreissena bugensis avvistata nel Benaco: è la 43esima specie aliena presente nel lago. Originaria del Dniepr è tanto invasiva da poter soppiantare le altre

Lago di Garda

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Brescia, 29 gennaio 2022 - Alieno scaccia alieno, ma non è detto che sia un bene. Nel lago di Garda è stata rilevata la presenza del mollusco Dreissena bugensis, comunemente detta “quagga mussel“, mai rilevato prima in Italia. A render nota la scoperta è stata la Fondazione Edmund Mach, da sempre in prima linea in questo settore di ricerca, attraverso la pubblicazione scientifica “First record of quagga mussel, Dreissena bugensis Abdrusov, 1987, in Italy; morphological and genetic evidence in Lake Garda“ di Nico Salmaso, Francesca Ciutti, Cristina Cappelletti, Massimo Pindo e Adriano Boscaini. Originario del fiume Dniepr, che nasce dalle colline Valdai in Russia e sfocia, dopo aver percorso l’Ucraina, nel Mar Nero, il mollusco è stato rinvenuto a marzo 2022 in due punti del lago di Garda (prima volta in Italia), a Castelletto di Brenzone e Bardolino.

Le dimensioni degli esemplari individuati, sui 17mm, suggeriscono che sia arrivata da poco nel Garda, circa un anno e che potrebbe essere ormai presente ovunque. "Questo mollusco – spiega Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda - è una specie altamente invasiva tanto che, come successo per esempio nel Lago di Costanza, è stata in grado di soppiantare anche le specie aliene precedentemente presenti, colonizzando velocemente l’intero ambiente. Per il Garda potrebbero volerci solo 4 anni per questo, stando alla velocità con cui si è estesa nel Lago di Costanza. Possiamo quindi dire che è cominciata una colonizzazione 2.0 dove le specie invasive precedentemente insediate, potrebbero essere soppiantate da altre ancora più invasive". Ma come è arrivato questo mollusco dall’Europa dell’Est al Garda? "Per la specie gemella, Dreissena polynorpha è stato acclarato il passaggio dagli scafi delle imbarcazioni dell’Est Europa ai laghi tedeschi e da qui al Garda, con i motoscafi dei turisti arrivati sul Benaco". Lo stesso vale per questa nuova specie aliena. "L’autorevole pubblicazione scientifica della Fondazione Edmund Mach – sottolinea Gavazzoni - indica chiaramente che, non essendoci immissari nel Garda a contatto con laghi o fiumi precedentemente contaminati, l’arrivo di questa specie aliena, se non sbaglio la 43°, è avvenuta con l’arrivo di natanti esteri, con scafi e motori contaminati".

Un tema, quello delle specie aliene, che non è nuovo, tanto che il Contratto di Lago siglato ad ottobre 2019 riportava già nei suoi punti la norma sulla sanificazione delle carene e motori. "Studiando infatti il problema delle specie aliene, proprio attraverso le precedenti pubblicazioni scientifiche della Fondazione Mach, era chiaro come il Garda fosse già molto sotto pressione ed era necessario porre un freno ad un ulteriore fenomeno invasivo, con una legge interregionale a riguardo: la sanificazione carene e motori appunto", evidenzia Gavazzoni, che ha seguito in prima persona la questione. La Regione Veneto ha in effetti recepito e facendo sua la proposta. Ora spetta a Lombardia e Trentino chiudere il cerchio. "Ormai non ci sono più scuse, anche perché lo chiede l’Europa, secondo cui i tre fattori principali di dissesto ambientale sono tre: pressione antropica, cambiamenti climatici e specie aliene. Sul Garda questi fattori sono tutti presenti. Lo vediamo dai livelli del lago, ma anche dalla presenza di specie aliene, visto che il Benaco è il più ricco d’Italia. La sanificazione consentirebbe di mettere un freno: spero che si faccia in fretta".