L’occhio di Massimo Sestini nello Zenit della fotografia

Il fotografo Massimo Sestini racconta il salvataggio di migranti nel documentario del National Geographic. La mostra a Brescia celebra la sua carriera con l'iconica foto "Mare Nostrum".

L’occhio di Massimo Sestini nello Zenit della fotografia

Il fotografo Massimo Sestini racconta il salvataggio di migranti nel documentario del National Geographic. La mostra a Brescia celebra la sua carriera con l'iconica foto "Mare Nostrum".

"Come quando sei morto e improvvisamente ritorni in vita". Sono le parole di Ayman, migrante dalla Siria, che nel documentario Where are you? Dimmi dove sei del National Geographic (Italia, 2019) racconta l’attimo in cui, dal barcone stipato di migranti al largo della Libia, dopo dodici giorni di tempesta, i profughi avvistarono l’elicottero della Marina Militare Italiana in missione di salvataggio. Sull’elicottero anche il fotografo Massimo Sestini, che proprio in quel momento scatterà “Mare Nostrum“ l’immagine simbolo dei viaggi della speranza che dalle coste africane cercano di raggiungere l’Europa, selezionata tra le Top 10 images of 2014 da TIME, vincitrice del World Press Photo Award 2015 nella categoria General News. L’iconico scatto “Mare Nostrum“ è al centro della mostra personale dal titolo Zenit della fotografia, che Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con Freccianera Fratelli Berlucchi e con il sostegno Fondazione Grana Padano ETS dedicano al fotografo toscano, in programma da oggi al 2 marzo 2025 al Museo di Santa Giulia. La mostra, curata da Angelo Bucarelli, è l’atto conclusivo dell’edizione 2024 del Brescia Photo Festival, promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f. L’esposizione a Santa Giulia presenta una selezione di 52 immagini, capaci di raccontare oltre trent’anni di carriera di Massimo Sestini e delle vicende che hanno segnato il passato recente del nostro Paese: dalla strage di Capaci a quella di Palermo, dal naufragio della Costa Concordia al terremoto dell’Aquila, dalla tragedia della Moby Prince, ai funerali di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.

Federica Pacella