"L’età media delle donne si conferma ancora alta"

Brescia, il referente dell’Asst: madri a 37 anni, due oltre il trend europeo

"L’età media delle donne si conferma ancora alta"

"L’età media delle donne si conferma ancora alta"

Sono circa il 4,2% i bimbi nati grazie alla fecondazione assistita, segno non solo che i centri hanno ripreso a lavorare dopo il periodo di emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid, ma anche che c’è stato un miglioramento delle tecniche, con maggiori risultati.

"Un dato importante in un periodo contrassegnato dal calo demografico – sottolinea Luca Fallo, referente del centro di procreazione assistita Asst Spedali Civili di Brescia, al presidio di Montichiari –. Rispetto alla media europea, resta ancora alta l’età media delle donne nella fecondazione omologa: in Italia siamo a 37 anni, rispetto alla media europea di 35. Per l’eterologa, la media è di 42 anni. Questo riflette una scelta delle coppie, sia nell’avere un figlio che nell’accesso alle tecniche". Dall’età, però, dipende molto il successo delle tecniche: sopra i 34 anni, la probabilità di successo è del 10%, sotto del 40%; cambiano anche le probabilità di portare a termine la gravidanza, che è al 28% sotto i 34 anni, del 3% sopra i 34 anni. Positiva la presenza di centri per lo più pubblici in Lombardia, rispetto a regioni, per lo più al Sud, dove ci sono quasi solo centri privati (solo 1 pubblico, ad esempio, in Puglia). "Lombardia e Toscana sono un po’ la guida. Qui i centri privati sono pochi, per lo più espressione di realtà estere che hanno aperto succursali". Tra i motivi per cui i centri esteri hanno trovato fortuna in Italia c’è la legislazione differente rispetto a quella italiana per la fecondazione eterologa.

"Anche da noi sono sempre più i centri che lo permettono, ma mancano donatrici, perché poche donne accettano di sottoporsi a stimolazioni ovocitarie gratuitamente, visto che non è previsto neanche un rimborso. Ciò limita il lavoro dei centri e spiega gli approvvigionamenti dall’estero". Fondamentale, poi, è, a monte, la prevenzione e cura della fertilità, a partire dallo stile di vita. "Prevenzione e informazione sono fondamentali, perché molte coppie non si rendono conto del problema o lo realizzano quando è tardi. Il Ministero della Salute – ricorda Fallo – ha istituito due tavoli proprio su questi temi. Servono campagne di comunicazione e sostegno economico dallo Stato alle Regione, per questa branca specialistica".

F.P.