FEDERICA PACELLA
Cronaca

Lavoratori somministrati in Questura e Prefettura: scatta il ricorso e ora il Ministero trema

Erano stati inseriti per gestire il boom di pratiche, che riguardano soprattutto gli immigrati. Ora Adecco e Randstad fanno ricorso al Tar “ma sono proprio le condizioni economiche da loro proposte che hanno permesso l’aggiudicazione del bando”

NIdiL (Nuove Identità di Lavoro) è la struttura sindacale della Cgil che rappresenta i lavoratori somministrati e atipici

NIdiL (Nuove Identità di Lavoro) è la struttura sindacale della Cgil che rappresenta i lavoratori somministrati e atipici

Brescia, 22 giugno 2025 – Ventidue persone appese al filo di una sentenza nel Bresciano, 130 in tutta la Lombardia. Ma, al di là del ricorso al Tar del Lazio fatto da Adecco e Randstad contro il Ministero dell’Interno, c’è una valanga che rischia di ricadere su Questure, Prefetture, immigrati, aziende, pubblica sicurezza.

Le ventidue persone sono i lavoratori somministrati che, dal 2021, si occupano di tutte le pratiche che riguardano l’immigrazione in Questura e Prefettura a Brescia. “Per affrontare i numeri crescenti delle pratiche legate agli immigrati – sottolinea Francesca Butturini, segretaria Nidil Cgil Brescia –, il Ministero si è avvalso di lavoratori in somministrazione, 1.000 in tutta Italia”.

Dal 2021 ad oggi, la precarietà si è tradotta in contratti prorogati anche di mese in mese, con ben 14 mesi di blocco, durante i quali Prefetture e Questure hanno dovuto impiegare il personale diretto (nonostante la carenza di organico) per far fronte ad una mole di lavoro sempre crescente.

I numeri

Per dare qualche numero, in Questura a Brescia, i fotosegnalamenti per le richieste di asilo oggi sono circa 150 a settimana; i permessi di soggiorno 800 a settimana, più di 1000 i ritiri dei permessi. Fino al 30 giugno, ad occuparsene saranno i 12 precari. Sul dopo, c’è incertezza totale.

Le due agenzie che hanno vinto l’appalto, Adecco e Randstad, hanno fatto ricorso contro la proroga tecnica del contratto che il Ministero dell’Interno aveva disposto fino al 2026, in attesa di una nuova gara. Il 24 giugno ci sarà la sentenza.

“Le Agenzie – spiega Butturini – lamentano una perdita economica costante e rilevante, ma sono proprio le condizioni economiche da loro proposte che hanno permesso l’aggiudicazione del bando: non è sostenibile e credibile dolersene ora. Ci dovrebbe essere anche una responsabilità sociale”.

Al Nidil e ai lavoratori precari, anche la solidarietà di Silp Cgil Brescia. Anche se il Tar dovesse rigettare il ricorso, i problemi restano, perché il personale precario è comunque poco rispetto al lavoro.

“Per il primo appuntamento per l’impronta digitale, ci vuole un anno. Dovremmo essere quintuplicati”, sottolinea Juan Dorado Romero, delegato sindacale per la questura. “Nel frattempo – aggiunge la collega Fabiana – queste persone perdono contratti di lavoro, nonostante le aziende abbiano bisogno di personale”.

Stessi problemi ci sono in Prefettura, dove gli interinali hanno comunque recuperato l’arretrato delle cittadinanze, ma anche per la commissione dedicata alla protezione internazionale, dove i richiedenti vengono convocati due anni e mezzo dopo la domanda.

Nel frattempo, restano in clandestinità, con tutto ciò che consegue per ordine pubblico ed economia illegale. “Bisognerebbe stabilizzare chi già lavora in questo ambito. Sono persone formate, che vogliono restare qui a lavorare – sottolinea Butturini – mentre con i concorsi nazionali, arrivano persone che poi, dopo un anno, chiedono il trasferimento”.