“Laura Ziliani uccisa per gratificare l’ego del trio”: le motivazioni della sentenza sull’omicidio di Temù

In primo grado la condanna all’ergastolo per le figlie Paola e Silvia Zani e Mirto Milani. I giudici della corte d’Assise di Brescia: l’ex vigilessa non è stata eliminata per soldi o per odio ma “per celebrare adeguatamente la loro coesione”

Laura Ziliani insieme alle figlie Paola e Silvia, e Mirto Milani

Laura Ziliani insieme alle figlie Paola e Silvia, e Mirto Milani

Brescia, 6 marzo 2024 – Laura Ziliani sarebbe stata uccisa non per soldi o per odio. Ma per “gratificare l'ego del gruppo e celebrare adeguatamente la loro coesione”. È quanto sostengono i giudici della Corte d’Assise di Brescia nelle motivazioni della sentenza di condanna in primo grado all'ergastolo per le sorelle Paola e Silvia Zani e Mirto Milani

Le motivazioni della sentenza

"I tre - scrive la corte all’interno delle 98 pagine di motivazioni della sentenza - hanno agito di concerto tra loro concorrendo a comporre, ciascuno per la propria parte il mosaico del progetto criminoso”. Secondo il presidente della Corte d'assise di Brescia Roberto Spanó sono inesistenti sia il movente economico sia quello dell'odio da parte del trio nei confronti della ex vigilessa di Temù.

Laura Ziliani la 56enne ex vigilessa di Temù
Laura Ziliani la 56enne ex vigilessa di Temù

All’interno dell’atto si legge che “l'unica persona che ha mostrato un reale interesse per certi versi spasmodico per il patrimonio della defunta Laura Ziliani è stata la madre di Mirto Milani. Il ruolo debordante da convitato di pietra assunto dalla donna può avvalorare il sospetto che il figlio l'abbia messa sin da subito a conoscenza dell'omicidio, come parrebbe comprovato nei messaggi inviati dall'imputato dal carcere allo scopo di depistare le indagini, nonché delle cautele adottate dai due per impedire la captazione delle loro conversazioni”. 

Il delitto

Secondo quanto ricostruito attraverso le indagini nella notte fra il 7 e l'8 maggio 2021 Laura Ziliani, nell'abitazione di famiglia a Temù, venne prima stordita con un muffin preparato per la Festa della Mamma, imbottito con una dose massiccia di benzodiazepine e quindi soffocata nel suo letto. Passarono esattamente tre mesi prima che venisse casualmente ritrovato il cadavere, sepolto lungo l'argine del fiume Oglio, a poche centinaia di metri dall'abitazione.