FEDERICA PACELLA
Cronaca

La protesta degli agricoltori. Burocrazia, tasse e ritardi: "Così non si può lavorare"

Brescia, cinquanta trattori hanno sfilato fino in centro per protestare e avere misure di sostegno. In piazza anche tanti giovani del settore: "Senza riforme, la nostra generazione non ha futuro".

Brescia, cinquanta trattori hanno sfilato fino in centro per protestare e avere misure di sostegno. In piazza anche tanti giovani del settore: "Senza riforme, la nostra generazione non ha futuro".

Brescia, cinquanta trattori hanno sfilato fino in centro per protestare e avere misure di sostegno. In piazza anche tanti giovani del settore: "Senza riforme, la nostra generazione non ha futuro".

Promesse tradite: i trattori tornano a protestare un anno dopo le manifestazioni che fecero clamore in tutta Europa. Sono stati una cinquantina i trattori arrivati a Brescia, ieri, mattina, dalla provincia, ma anche da Parma, Veneto, Udine, per la mobilitazione nazionale di Agricoltori italiani, movimento autonomo sganciato dalle associazioni di categoria. Nonostante la permanenza sia stata solo di poche ore (contro i 40 giorni dello scorso anno) con solo due trattori lasciati nell’area di via Maggia come simbolo della mobilitazione, la protesta è stata comunque ad alto impatto: lunghe code in tangenziale Sud si sono formate ieri mattina, durante il corteo dei trattori verso la città. Il trambusto è costato una convocazione in Questura ai referenti del movimento (senza conseguenze). "Siamo tornati in strada perché ci hanno preso per i fondelli – dice senza mezzi termini Davide Pedrotti -. L’anno scorso abbiamo ricevuto tante promesse ma nulla è cambiato. Nonostante quello che si legge sui giornali, l’agricoltura non naviga in buone acque".

Tra gli agricoltori scesi in piazza, tanti giovani che stanno portando avanti le aziende agricole di famiglia. "Saremo la generazione che le chiuderà", commenta uno dei loro. "Con una battuta, siamo qui in tanti giovani perché noi non abbiamo i soldi per riempire i pullman con gli anziani, da portare in manifestazione", ironizza Pedrotti.

Tante le ragioni della protesta. "La grande battaglia è quella del giusto prezzo – sottolinea Pedrotti – a noi il latte viene pagato 55 centesimi, al supermercato viene venduto a 2 euro al litro. Possiamo quanto meno dire che c’è qualcosa che non va?". Delusione anche per le scelte del Governo di investire in 40mila ettari in Africa col Piano Mattei. "Sarebbe stato meglio investire su di noi", la constatazione. E poi le preoccupazioni per le pratiche sleali, per l’avanzare delle zoonosi (dall’aviaria ai nuovi casi di afta epizootica), per la burocrazia asfissiante. "Se ho la stalla e le vasche dei liquami/concimaia piene, non posso rispettare un calendario prefissato – si legge nel volantino con le motivazioni della protesta -. Se ho il raccolto del frutteto in maturazione, non posso aspettare che esca il “decreto flussi” per l’assunzione della manodopera straniera. Le molecole dei prodotti fitosanitari non possono essere tolte dal mercato senza delle “equivalenti sostitute” in termini di costi e di efficacia".

Tante ragioni che spingono i trattori a non fermarsi. Il 30 da Brescia molti si sposteranno al Porto di Ravenna, ma i manifestanti dicono che è solo l’inizio.