BEATRICE RASPA
Cronaca

Bambina sparita a Serle, un risarcimento per la famiglia di Iushra

Trattativa tra gli avvocati. Il papà: "Per noi è dura"

MdLiton Gazi con il volantino dedicato alla figlioletta

Serle (Brescia), 27 settembre 2019 - Per la scomparsa di Iushra Gazi, l’undicenne autistica svanita sopra i monti di Serle il 19 luglio 2018 durante una gita organizzata dalla Fobap-Anffas, è in corso una trattativa di risarcimento economico tra la Fondazione bresciana assistenza psicodisabili e la famiglia bengalese.

È la novità emersa ieri in Tribunale in occasione dell’udienza preliminare per Roberta Ratti, l’operatrice dell’associazione che quella mattina aveva visto la ragazzina correre a perdifiato e poi infilarsi nel boschi impenetrabili di Cariadeghe, senza più uscirne. Per i pm Antonio Bassolino e Donato Greco Iushra è morta, inghiottita da una delle cavità carsiche dell’altipiano, e di quel tragico finale ne deve rispondere l’imputata, che aveva «l’obbligo giuridico di garantire la salvaguardia della vita e dell’incolumità fisica della minore a lei affidata», e non avrebbe «approntato un adeguato controllo, anche personale, della ragazzina, lasciandola libera di muoversi pur sapendo che la stessa, a causa della patologia da cui era affetta, avesse l’abitudine di allontanarsi e nascondersi dagli operatori».

Gli avvocati della difesa, Piergiorgio Vittorini e Lorenzo Valtorta, e il legale della famiglia della vittima, Annalisa Zordan, stanno trattando per accordarsi su un risarcimento che interesserebbe i coniugi Gazi con i tre figli (Ismail, 8 anni, a sua volta autistico, Ibhaim, 6 anni, e Fatima, 2) ma anche le nonne materne residenti in Bangladesh. Proprio per permettere la definizione della cifra e avere il tempo di recuperare dall’Asia alcuni documenti, il gup Luca Tringali ha rinviato l’udienza al 20 gennaio 2020.

L’accordo potrebbe preludere a una definizione del giudizio con un patteggiamento. «È dura per noi andare avanti senza mia figlia, non potremo mai stare bene – ha detto il papà, MdLiton Gazi, all’uscita del tribunale –. Iushra non era invalida, era solo una bimba che non parlava, ma per il resto era normalissima. Mi devono spiegare dov’è finita. La cosa più brutta è non sapere».