
Il padre di Iushra
Brescia, 29 ottobre 2020 - "È un dolore troppo grande sapere che è lei. Non posso pensare che mia figlia sia morta di fame o di freddo". Mdliton e Khanam Gazi, i genitori di Iushra, non possono più sperare. Il direttore della Medicina legale del Civile di Brescia, Andrea Verzeletti, ha confermato che il teschio rinvenuto a Cariadeghe lo scorso 4 ottobre da un cacciatore di cinghiali è della undicenne bengalese autistica scomparsa nei boschi sopra Serle il 19 luglio 2018 durante una gita con la Fopab-Anffas. Il Dna estratto da uno dei due denti superstiti combacia con quello della mamma e del padre. Non pare invece possibile individuare le cause della morte – il reperto, scheletrizzato, presenta una frattura sulla parte superiore – che i pm collegano alla caduta in qualche anfratto durante la corsa sull’altipiano carsico. Sfuggita all’educatrice la bambina si infilò nei boschi e di lei non si trovò più alcuna traccia a dispetto di ricerche massicce. Fino a due settimane fa. "Per me tutta questa storia rimane un mistero. Io continuo a non credere che mia figlia sia caduta in un buco, sono convinto che qualcuno l’abbia presa e portata là – conclude il padre, che intende organizzare il funerale a Brescia - Ma non lo saprò mai".