Strategia vaccinale più estesa e massime azioni di biosicurezza per contenere la diffusione della Blue tongue. Lo chiede Confagricoltura Brescia, dopo l’ordinanza restrittiva arrivata venerdì, che ha esteso anche al Bresciano la zona di restrizione. Nove i Comuni che ricadono nella cosiddetta “area di buffer“, ossia Adro, Capriolo, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Iseo, Palazzolo sull’Oglio, Paratico e Pontoglio. Una criticità che si aggiunge all’epidemia di Peste suina, che per ora non ha colpito il Bresciano, ma che fa paura vista la concentrazione di allevamenti suinicoli.
"Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo – afferma il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli –. Ora, come per la Psa, è necessario stare molto attenti e osservare scrupolosamente le regole e le prescrizioni anche per questa nuova epidemia che sta colpendo i nostri allevamenti. In primo luogo, andrebbero subito concordate misure urgenti per contrastare nell’immediato la diffusione della malattia e concertate le azioni per una strategia vaccinale di periodo più esteso, da attuare nei prossimi mesi. Va poi valutata l’opportunità di varare una strategia vaccinale che comprenda un’azione di informazione e sensibilizzazione degli allevatori sull’opportunità di vaccinare gli animali e di attivare le massime azioni di biosicurezza, quali trattamenti insetto-repellenti o la custodia dei capi in ambienti protetti nelle ore notturne, quando è attiva la zanzara che trasmette il contagio. E poi chiediamo alle autorità competenti di valutare di riconoscere un contributo per le vaccinazioni". Per tutti questi motivi, Confagricoltura Brescia ha invitato la Regione, assessorati all’Agricoltura e alla Sanità, a convocare un tavolo, anche per capire nel dettaglio le dimensioni del fenomeno. Nel frattempo, gli allevatori devono segnalare i casi sospetti. F.P.