
Scelrosi multipla, i pannelli della mostra “Portraits“ esposti in corso Zanardelli a Brescia
La gamba dal nulla fa male e brucia. Il braccio è come un pezzo di ghiaccio. D’un tratto, la parola manca. La mente è avvolta dalla nebbia. Così si sente una persona con sclerosi multipla. Lo hanno raccontato i pannelli esposti in corso Zanardelli, teatro ieri della mostra della campagna di sensibilizzazione sui sintomi invisibili della sclerosi multipla, “Portraits“ edizione 2025, creata con l’intelligenza artificiale. L’evento sarà riproposto oggi ad Alfianello in piazza Lodovico Pavoni, all’interno dei giardini del palazzo comunale.
A Brescia alla mostra è stato abbinato il laboratorio sensoriale “Senti come mi sento“, per far comprendere cosa sente una persona con sclerosi multipla. "L’obiettivo è di ridurre la distanza – spiega Federica Pizzuto, volontaria Aism Brescia – soprattutto far conoscere i sintomi invisibili, meno noti, che determinano anche isolamento sociale o difficoltà sul posto di lavoro".
In Lombardia sono 23.560 le persone con sclerosi multipla, all’1 gennaio 2025, secondo il Barometro 2025 di Aism, presentato in occasione della Giornata mondiale della sclerosi multipla. Il 10% fa parte degli “hard to reach“, persone che il sistema non riconosce, non intercetta, non prende in carico: sono quindi 2.300 persone che vivono senza un riferimento certo, senza percorsi di cura e assistenza sociale adeguati. Si tratta di donne e uomini tra i 45 e i 60 anni, convivono con otto sintomi della sclerosi multipla e nel 47% dei casi affrontano anche altre patologie croniche concomitanti. Il 61% di loro vede insoddisfatti i propri bisogni riabilitativi. Il 59% non ha supporto psicologico. Dopo un ricovero, il 62,3% non riceve alcun aiuto. Il 45,3% di loro ha bisogno di assistenza domiciliare, ma due terzi di loro non riesce ad averla. Per loro, affrontare la malattia significa anche mettere mano al portafoglio: il 65% ha dovuto pagare di tasca propria le prestazioni specialistiche, perché il sistema pubblico non ha risposto.
Le difficoltà non riguardano solo gli “hard to reach“, ma in generale chi soffre di questa patologia, che continua ad avere difficoltà di accesso a cure, assistenza, riabilitazione. Tra i dati del rapporto, colpisce anche quello relativo alla mobilità. Se, a livello regionale, la Lombardia resta una tra le più attrattive, con circa 2.300 persone con Sm all’anno che si rivolgono alle strutture lombarde per ricoveri, è anche vero che ce ne sono in media 300 che vanno fuori regione.