Vale circa 2,4 milioni all’anno il lavoro dei volontari di Auser Brescia, fra aiuto alla persona, volontariato civico, volontariato nei centri di aggregazione, attività culturali, turismo sociale, sostegno migranti, esercizio fisico, solidarietà internazionale. Un patrimonio di cui c’è poca conoscenza, soprattutto nel capoluogo, e che meriterebbe di essere maggiormente valorizzato, anche come modello di partecipazione per una società sempre più longeva. "Abbiamo una società che cambia, con l’innalzamento della vita media – spiega Pietro Prevedoni, eletto ieri presidente al posto di Giuseppe Gambarelli, che ha terminato il suo mandato – che genera necessità di servizi nuovi, ma anche di persone anziane che hanno bisogno di socializzazione, di stimoli intellettivi. Il buon cuore dei nostri volontari permette di fare molto, a Brescia facciamo 27 mila trasporti sociali, un quarto dei totale nazionale di Auser, ma siamo anche in Questura con attività di insegnamento della lingua italiana e mediazione culturale per migranti".
Non sempre è così: ci sono Amministrazioni che chiamano Auser per chiedere di attivare servizi, soprattutto di trasporto sociale, ma non si riesce a partire per mancanza di persone. A oggi Auser conta più di 5.200 iscritti, quasi mille volontarie e volontari sul territorio. "In questi anni – ha tracciato un quadro Gambarelli – abbiamo visto l’aumento della povertà, che poi grava su tutto il resto. Si è assottigliato il paracadute della famiglia, iniziano ad affacciarsi persone immigrate di vecchia data che non hanno supporti, ma c’è un ritardo delle amministrazioni e del Governo a capire che questo sarà il problema del futuro, una popolazione anziana, sempre più povera, che non può affrontare neanche le spese di cura".