"Il last minute penalizza la prevenzione"

L’infettivologo Francesco Castelli analizza le cause di diffusione della malattia, un tempo solo tropicale

"Il last minute penalizza la prevenzione"

L’infettivologo e rettore dell’Università di Brescia, Francesco Castelli, studia la diffusione della Dengue

Sono stati 324 i casi confermati di Dengue in Italia, dall’1 gennaio al 5 agosto: tutti associati a viaggia all’estero, come spiega l’Istituto superiore di sanità nel suo ultimo aggiornamento. Il caso di Brescia è, dunque, il primo autoctono per quest’anno, in Lombardia e nel resto d’Italia. L’attenzione resta alta, per capire se ci siano altre positività, come era accaduto lo scorso anno in provincia di Lodi, dove si era registrato un focolaio proprio di Dengue. A Castiglione d’Adda, in particolare, ad agosto 2023 erano stati accertati otto contagi, tutti autoctoni, ossia persone che si sono ammalati in Italia e non durante un viaggio all’estero. Andando a ritroso dei dati disponibili nella dashboard dell’Istituto superiore di sanità, dal 2018 al 2022 non si era registrato alcun caso autoctono di questa patologia, mentre nel 2023, per la sola Lombardia, i casi autoctoni sono stati 41, quelli importati 78.

L’età mediana delle persone infettate è di 40 anni, con una sostanziale parità tra uomini e donne; per il 2024 non si è registrato alcun decesso, mentre lo scorso anno era morta una persona. L’aumento dei casi era stato in realtà previsto, come per altre malattie tropicali come la West Nile. Diverse le cause che spiegano questo aumento, come ha ricordato Francesco Castelli, infettivologo, primario in Asst Spedali Civili di Brescia nonché rettore dell’Università degli studi di Brescia. "L’aumento dipende da due fenomeni. Aumenta la mobilità umana, di persone che viaggiano per vacanza, studio, lavoro. E poi ci sono i cambiamenti climatici, che fanno sì che alcune tipologie di malattie infettive siano in aumento, perché con l’innalzamento delle temperature aumenta l’intensità e la concentrazione dei vettori che sono infetti". Le zanzare, in particolare, sono il vettore principale che porta alla circolazione del virus. Per la Dengue, in realtà, esiste un vaccino, disponibile nelle Asst del territorio, ma la mobilità internazionale a base di last minute, non favorisce la prevenzione, con l’effetto che poi il virus importato trova poi modo di circolare sul territorio, dando origine a casi anche autoctoni.

La diffusione di questi virus ha effetto anche sulle donazioni di sangue che, nel periodo estivo, hanno già registrato un calo. Nelle località in cui si registrano casi positivi, è disposta la sospensione temporanea della raccolta di sangue ed emocomponenti (non piastrine e plasma) o, in alternativa, l’esecuzione del test DENV NAT su tutti i donatori.

F.P.