
Naba Savane
È stata eseguita ieri l’autopsia sul corpo di Naba Savane, la 27enne ballerina afro-francese cresciuta a Desenzano, trovata morta il 3 gennaio, in circostanze da chiarire, nel garage dell’appartamento che divideva con il fidanzato a Lonato.
Il pm Barbara Benzi ha aperto sul caso un fascicolo per istigazione al suicidio, al momento a carico di ignoti.
Mamma di un bimbo di un anno, problemi di droga, la ragazza dopo la gravidanza – il padre non ha riconosciuto il piccolo – aveva vissuto per un periodo a Parigi con la madre e i fratelli e nell’ ottobre 2020 era rientrata in Italia. Da qualche tempo abitava appunto con un quarantenne gardesano, con cui il rapporto non era lineare.
Era stato lui domenica scorsa a chiamare i carabinieri per segnalare che Naba, a suo dire scomparsa da un paio di giorni, era in realtà morta nel suo garage. Accanto al corpo, un biglietto di addio, acquisito dai carabinieri. Il medico legale aveva concluso la prima ispezione cadaverica sostenendo che il decesso sembrava provocato da asfissia per impiccagione.
Ma la famiglia della giovane, ragazza immagine nelle discoteche e nei locali più gettonati del Garda, non crede affatto al gesto estremo e spinge per indagini approfondite. Tramite l’avvocato Corrado Voltolini ha nominato un consulente, il dottor Antonello Porteri, che ieri ha partecipato all’esame autoptico. E ora appronterà contro-indagini difensive.
Molti elementi non convincono. A cominciare dal luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere, un angolo del garage con il soffitto basso. Naba era alta oltre 1,70: come possa essersi tolta la vita in uno spazio così angusto, è una delle tante domande in attesa di risposta.
B.Ras.