Brescia – “Sono nel letto, ho avuto un mezzo infarto. Dove è Giacomo? Non lo so davvero”. Contattato al telefono dall’Ansa, risponde così Adelio Bozzoli, padre di Giacomo, il 39enne condannato all'ergastolo per la morte dello zio Mario e svanito nel nulla dopo la sentenza della Cassazione.
Adelio, che a differenza del figlio era presente in aula a Roma e, dopo la lettura della sentenza aveva commentato “sono distrutto”, ha sempre creduto nell’innocenza del figlio. “Giacomo è innocente, sto molto male”, aveva detto ai cronisti un paio di giorni fa, lunedì 1 luglio, mentre si attendeva la pronuncia della Cassazione.
Giacomo, accusato dell’omicidio dello zio che avrebbe gettato nel forno della fonderia di famiglia a Marcheno, nel Bresciano, non era in casa quando i carabinieri sono andati a prenderlo nell’abitazione di Soiano del Garda per portarlo in carcere, dopo che la sentenza all’ergastolo è diventata definitiva. Tra l’altro risulta essersi connesso a Whatsapp l'ultima volta la notte del 24 giugno scorso, dunque una settimana prima della sentenza della Cassazione.
Dopo che il suo nome era stato inserito nelle banche dati delle polizie europee, da ieri sera è ufficialmente un latitante. Secondo quanto trapela da ambienti investigativi, sarebbe fuggito all’estero con la famiglia. Il padre Adelio sostiene di non sapere dove si trovi.