Giacomo Bozzoli è scappato in Francia? Gli avvistamenti dell’auto e le parole del suocero: “Sono lì”

Continua la caccia all’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio. È sparito dopo la sentenza con la moglie e il figlio di otto anni. Ora è ufficialmente latitante e su di lui pende un mandato di arresto europeo

Mario Bozzoli e, a destra, il nipote Giacomo condannato all'ergastolo per l'omicidio delle zio e ora latitante

Mario Bozzoli e, a destra, il nipote Giacomo condannato all'ergastolo per l'omicidio delle zio e ora latitante

Si continuano a seguire le briciole che dovrebbero condurre a Giacomo Bozzoli, l’uomo di 39 anni condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, imprenditore bresciano gettato nel forno della sua fonderia la sera dell’8 ottobre 2015. Dopo la sentenza della Cassazione, Bozzoli risulta irreperibile e l’ipotesi è che si sia allontanato con la moglie e il figlio di otto anni a bordo della propria auto. Ma dove? Gli ultimi indizi suggeriscono che sia scappato in Francia. Al momento l’uomo risulta latitante e su di lui pende un mandato di arresto europeo.

Giacomo Bozzoli in aula, si passa una mano tra i capelli
Giacomo Bozzoli in aula, si passa una mano tra i capelli

Alle 3.30 del 23 giugno è stato registrato l’ultimo accesso a Whatsapp di Bozzoli. Ora si scopre che circa due ore dopo, alle 5.51, è stato registrato nel comune di Manerba il passaggio dell’automobile del condannato, una Maserati Levante, che pochi minuti dopo, alle 6.03, è stata segnalata anche a Desenzano del Garda. Il suocero di Bozzoli, Daniele Colossi, sentito dagli investigatori, avrebbe riferito che Giacomo si troverebbe con la moglie e il figlio “in una località imprecisata della Francia”. Daniele e la figlia Antonella, moglie di Giacomo, lavorano in una nota galleria d'arte contemporanea di famiglia che si trova in corso Gambero a Brescia.

L'abitazione di Giacomo Bozzolo a Soiano, in provincia di Brescia: da qui il 39enne condannato all'ergastolo è sparito da diversi giorni
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In queste ore, intanto, il padre del ricercato, Adelio Bozzoli, avrebbe riferito di non sapere dove sia il figlio. Adelio, che a differenza del figlio era presente in aula a Roma durante la lettura della condanna, aveva detto di essere “distrutto” perché aveva sempre creduto nell’innocenza del figlio. “Sono nel letto, ho avuto un mezzo infarto. Dove è Giacomo? Non lo so davvero”, ha riferito per telefono all’Ansa.

Si è appreso mercoledì pomeriggio che il presidente della prima sezione penale del tribunale di Brescia Roberto Spanò ha firmato il decreto di latitanza del trentanovenne e che  la Procura di Brescia ha emesso un mandato di arresto europeo.

Smentite, invece, le voci di un possibile contatto tra il ricercato e la magistratura, anche attraverso i legali o i parenti del 39enne. Se fino a martedì aleggiava un cauto ottimismo su un suo possibile rientro in Italia con moglie e figlio, nelle ultime ore lo scenario è cambiato.