Garibaldi a Brescia: l’amore dell’Eroe dei due mondi per la Franciacorta

Un incontro alla cantina Boccadoro di Cazzago San Martino svelerà nuovi particolari della sua presenza. Parla il suo discendente Francesco Garibaldi Hibbert

Francesco Garibaldi Hibbert (sinistra) con Gianluigi Valotti

Francesco Garibaldi Hibbert (sinistra) con Gianluigi Valotti

Cologne (Brescia) – Pochi sanno che Garibaldi, l’eroe dei due mondi, era legatissimo a Brescia e alla Franciacorta, così come lo è una parte dei suoi discendenti, che nella Leonessa d’Italia ha deciso di vivere. Se ne parlerà questo sabato a Cologne, nel convegno "Passaggio di Garibaldi in Franciacorta", che si svolgerà alla cantina Boccadoro di Cazzago San Martino alle 16.30, per l’organizzazione dell’associazione In Vino Veritas.

"Garibaldi venne molte volte in Franciacorta durante la Seconda Guerra di Indipendenza, nel 1859 – spiega lo storico Gianluigi Valotti – passò da Capriolo, dove sostò e di cui ammirò i magnifici paesaggi, ma andò anche a Adro, Cazzago San Martino ed Erbusco, dormendo a Palazzolo sull’Oglio in un’abitazione, che oggi è riconoscibile da una targa affissa all’esterno. Non solo pernottò a Palazzolo: perché Garibaldi riposava, quando poteva, in qualsiasi luogo: accampandosi. Raccontò, a posteriori, di ricordare la Franciacorta come un luogo bucolico e bellissimo, dai dolci colli, come il Monte Orfano. Passando sotto di esso raccontò di essersi rilassato e rasserenato nonostante quei momenti così difficili e tesi. Le descrisse come "colline ridenti, fresche di erbe, piante e fiori, olezzanti e rugiadosi". Transitò anche a Gussago e Cellatica e tornando dalla Valsabbia passò da Ospitaletto.

A Brescia, tra l’altro incontrò Santina, sorella di Tito Speri, che incontrandolo e stringendogli la mano svenne per la commozione. Non solo: Garibaldi, che era un grande leader, regalò una camicia rossa a un giovane macellaio, dicendogli "di cambiare la sua, che era bianca", mettendolo poi a capo di un drappello". Una presenza incisiva quella di Giuseppe Garibaldi in Franciacorta, che ha lasciato il segno e che oggi vede nella famiglia Garibaldi Hibbert degli illustri residenti della città di Brescia.

Francesco Garibaldi Hibbert lei è discendente diretto dell’eroe dei due mondi. Quale era il legame con la Franciacorta e con Brescia?

"Si tratta di un legame storico culturale a doppio filo. Il mio avo conosceva Brescia e aveva amato questo territorio, in particolare la Franciacorta e i suoi colli, come quelli tra Erbusco e Cazzago San Martino, ma non solamente, dato che era stato anche nelle belle Capriolo e Adro" .

Giuseppe Garibaldi è stato molte volte in Franciacorta?

"È passato in Franciacorta venendo da Bergamo senza arrivare a Brescia. Nella seconda Guerra di Indipendenza, coi Cacciatori delle Alpi, invece transitò per vari luoghi giungendo nella Leonessa d’Italia e aprendo così la strada al Re Vittorio Emanuele II e alle forze napoleoniche. In città venne per inaugurare la sede locale dei "Cacciatori delle Alpi". Grazie agli studiosi continuiamo a scoprire nuovi particolari della presenza del mio avo in questi territori".

Che tipo di legame aveva con il territorio cittadino e questa parte del suo contado?

"Il legame che si creò è fortissimo. I bresciani e i franciacortini amarono Giuseppe Garibaldi e lui amò loro intensamente. Da Brescia arrivarono per la spedizione dei Mille soldi, armi e almeno 1200 giubbe rosse".

La sua antenata Anita Garibaldi vide la zona vinicola più famosa del Bresciano?

"No, Anita non è mai stata nel Bresciano, è morta prima che l’eroe dei due mondi partecipasse alla Seconda Guerra d’Indipendenza".

E il suo legame, Francesco, con Brescia quale è?

"Non solo amo la Franciacorta e la città, ma sono sposato con una meravigliosa donna bresciana, con cui ho deciso di vivere qui. Devo dire che sono felice di questa scelta fatta per amore".