BEATRICE RASPA
Cronaca

Duplice omicidio nel Bresciano: "Gli dicevo lascia perdere ma lui ha sparato"

Sparatorie con morti a Flero e Vobarno, parla il nipote dell’imprenditore ferito prima del doppio assassinio e del suicidio del killer

Il piazzale della Sga di Flero dov'è avvenuto uno degli omicidi

Flero (Brescia), 5 aprile 2018 - «Sono tutti amici di vecchia data, io continuavo a dirgli di smetterla, di lasciar perdere, ma non ho potuto far niente». Giampietro Strada, contitolare con lo zio Giampietro Alberti della S.G.A. di Flero, ha assistito suo malgrado al primo omicidio di Cosimo Balsamo, il 62enne pluripregiudicato per furti, truffe e ricettazione, vent’anni di carcere nel curriculum, che ieri ha messo in atto il suo feroce piano di eliminazione degli ex soci in affari.

Persone che a suo dire lo avevano tradito «cantando» con le forze dell’ordine, denunciandolo, oppure pagando un conto meno salato di quello imposto a lui, rimasto letteralmente in mutande dopo una maxiconfisca dei beni. Con in testa una lista alla Kill Bill e una decina di potenziali obiettivi da eliminare, ieri intorno alle 10 saluta moglie e figlia a Roncadelle. Esce di casa, inforca la bici e si dirige nella zona industriale di Flero. Forse giunge a destinazione su due ruote ma non c’è prova, perché le telecamere in strada non funzionano. Alle 10.45 citofona alla S.G.A., azienda che commercializza camion e veicoli industriali. Nel capannone ci sono i titolari, ma lui non cerca loro. Vuole Elio Pelizzari, 78enne di Cellatica che ha un’attività di commercio rottami, la PG, proprio dietro l’angolo. Strada e Alberti non gli aprono, allora scavalca la recinzione, si fa largo nel magazzino e inizia a far fuoco: gambizza Alberti, già coinvolto con il killer nel processo alla banda dei Tir, e risparmia il nipote: «Mi ha sparato in mezzo in mezzo alle gambe, non so quanti colpi – dice a caldo Strada prima di esser portato in caserma dai carabinieri – Aveva un fucile a pompa e qualche pistola, addosso tante cartucce – racconta indicando la cintura – Ha obbligato mio zio a chiamare al telefono Pelizzari. Erano tutti amici di vecchia data. Io continuavo a dirgli lascia perdere, ma non c’è stato niente da fare». La prima vittima designata posteggia ignara la sua Toyota bianca davanti all’azienda e viene freddata da un colpo di fucile alla testa. Quindi Balsamo prende la Bmw X5 nera di Alberti, fa 50 chilometri e arriva a Carpeneda di Vobarno. Sono le 12,40. Nel mirino c’è James Nolli, 61enne già coimputato dell’omicida nel processo alla banda dei Tir, che aveva imperversato in tutto il Nord Italia. Balsamo è condannato anche per ricettazione, mentre Nolli paga «solo» i furti ed evita confische. Per vendetta, lo ammazza a fucilate nel piazzale fuori dalla sua bella villa, quasi di fronte a una scuola materna. Dove le maestre, sentendo i colpi risuonare, si sono asserragliate a lungo con i bimbi.

Braccato dai carabinieri sguinzagliati in ogni dove, Balsamo continua la sua folle corsa. Lascia la Bmw e prende il pick up Mitsubishi di Nolli. Attraversa di nuovo la provincia, macina 50 chilometri e torna nella Bassa, ad Azzano Mella, che però è tappezzata da posti di blocco. In Via Niga è bloccato da una pattuglia dell’Arma della Compagnia di Verolanuova davanti, dietro da un’altra. Senza più scampo, si infila nel parcheggio del supermercato Family, si punta una pistola alla tempia e fa fuoco due volte, uccidendosi.