MILLA PRANDELLI
Cronaca

Profughi a Edolo, "stanchi ma felici". La gioia dei bimbi sfuggiti dall’orrore

Prima giornata trascorsa tra visite e controlli: nessuno ha il Covid ma prosegue la quarantena. Finalmente al sicuro, i primi sorrisi dei più piccoli

L’arrivo dei profughi afghani a Edolo

Edolo (Brescia) -  La prima notte trascorsa dagli oltre 100 rifugiati Afghani, di cui una sessantina tra donne e bambini e una cinquantina uomini, è trascorsa nella calma. Il riposo in un letto e in una stanza pulita e comoda ha tranquillizzato e ristorato tutti loro. Le famiglie sono state sistemate nelle stanze della Base Logistica di Edolo Dove sono giunti su input del Ministro della Difesa Guerini e dove sono stati accolti dai militari comandati dal colonnello Leonardo Mucciacciaro oltre che dal direttore maggiore Daniele Tissi e da medici, infermieri e volontari del Comitato di Brescia e di Palazzolo sull’Oglio della Croce Rossa Italiana, coordinati in loco da Fausto Belometti, a capo del Comitato palazzolese, competente per territorio, che comprende oltre alla cittadina sulle rive dell’Oglio Paratico, Capriolo, Iseo e Breno. Sono presenti anche le Infermiere Volontarie dell’Ispettorato di Brescia al cui comando è l’Ispettrice Augusta Amolini.

Ieri mattina tutti gli ospiti arrivati sabato pomeriggio sono stati visitati dai medici e dagli infermieri della Croce Rossa e della Asst di Montagna e nuovamente sottoposti a tampone, anche se era già stato fatto loro al momento dell’arrivo all’aeroporto di Fiumicino a Roma. Nessuno risulta avere il Covid, anche se la quarantena sarà necessaria. Gli aventi diritto ad asilo in fuga da una guerra, che diventa ogni giorno sempre più truce e che da una semplice invasione operata dai talebani, che hanno preso le principali città dell’Afghanistan si sta trasformando in una guerra civile e in un vero e proprio massacro. I più felici sono i bimbi, non consapevoli di avere lasciato per sempre la loro terra di nascita, dove con ogni probabilità non potranno mai fare ritorno.

Hanno ricevuto tanti giochi e l’accoglienza che solo i militari italiani e gli operatori umanitari della nostra nazione sanno dare. Molti di loro non hanno mai avuto niente e non hanno mai visto nulla tranne le loro case di Herat e Kabul e qualche strada vicina. Ora si trovano in una base logistica destinata al riposo delle truppe con le loro famiglie. Le dimensioni sono enormi, gli spazi per giocare tantissimi. Più silenziose sono le signore, ancora spaesate e sicuramente stranite dopo una lunga fuga in cui non sono mancati i pericoli. A loro e ai loro mariti sono stati donati dei pacchi con sapone, shampoo, dentifricio, spazzolini e qualche gioco per i piccoli. Si stanno ancora tenendo velate, poiché per anni è stato loro imposto, anche se non si sono visti Burka. Segno importante questo, che indica come le signore sentano una nuova sensazione di libertà. Gli uomini, intanto, hanno incontrato i soldati, alcuni dei quali già visti nelle basi Afghane di Camp Arena a Herat, Invicta a Kabul e nelle postazioni avanzate della zona ovest tra cui Bala Morghab, Shindand, Ice, Snow e Sterzing a Musay Valley.