
Condannato a nove anni di reclusione. Sentenza pesante per Daniele Grasselli, l’ex titolare dell’hotel Miramonte di Rovato sotto processo con altre sette persone per, a vario titolo, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, spaccio e una serie di altri reati collaterali, dal furto alle lesioni. Ieri i giudici della prima sezione - presidente, Roberto Spanò - al termine del dibattimento hanno inflitto quattro condanne (dai sette mesi ai quattro anni e tre mesi, fatta eccezione per quella a carico di Grasselli) e pronunciato quattro assoluzioni.
L’affittacamere fu sequestrato nell’agosto 2016 perché ritenuto di fatto un albergo a luci rosse, nel quale i clienti vi trovavano non solo un letto, ma anche lucciole e cocaina. Stando all’accusa a occuparsi del “servizio“ era proprio Grasselli - il pm Benedetta Callea aveva chiesto 9 anni - e la tesi è stata avallata dal Tribunale, sebbene il sessantenne, assistito dall’avvocato Patrizia Scalvi, si sia difeso negando di avere organizzato giri di donne e droga.
Responsabili casomai di quel che succedeva nelle camere del Miramonte erano a suo dire i clienti. Tra gli altri sette imputati, accusati di far girare stupefacenti tra l’hotel e una cascina in zona sempre di proprietà dell’albergatore, c’era anche Marsel Disha Romelli, il 28enne albanese già condannato in via definitiva a 30 anni per l’omicidio del connazionale Arben Kola, a Chiari nel settembre 2018. Un delitto che scaturì da una lite proprio per questioni di droga. Accusato di spaccio, ieri Romelli è stato condannato a due anni e tre mesi.
B.Ras.