FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, sempre più giovani e stranieri donano il sangue

Il bilancio dell’Avis: "Un calo c’è, ma è fisiologico"

Donatori di sangue in ospedale (foto di repertorio)

Brescia, 31 marzo 2019 - Sempre più giovani, ma anche più stranieri si affacciano al mondo della donazione del sangue. Un risultato positivo, emerso dall’assemblea provinciale di Avis, che compensa e fa ben sperare nel futuro, visto che il trend di donatori e di donazioni è in calo da qualche anno. Nel 2018, sono state raccolte 61.013 sacche, circa 900 in meno rispetto al 2017, a causa di linee guida sempre più restrittive, raggiungimento dell’età donazionale di generazioni con basso indice di natalità, virus influenzale, West Nile. "Tuttavia – spiega il presidente provinciale Gabriele Pagliarini – il calo è più contenuto degli anni passati, quando il trend era di -2.500/3mila". Un contenimento che è effetto di una serie di servizi predisposti da Avis provinciale per liberare le unità di raccolta comunali dalle incombenze burocratiche, lasciandole libere di dedicarsi ai volontari. Quanto ai donatori, nel 2018 si attestano quota 34.382, quasi 400 in meno rispetto ai 34.714 del 2017; l’indice donazionale si attesta sui livelli del 2017 a 1,77.

"Tra i nuovi donatori si affacciano sempre più numerosi i cittadini non italiani, il 5%. Inoltre – prosegue Pagliarini – abbiamo un ulteriore 5% di figli di persone provenienti da altre nazioni. Questi dati sono un indicatore, di come l’associazione sia capace di creare integrazione ed uguaglianza". Inoltre, si può ben sperare nelle nuove generazioni, grazie anche al lavoro nelle scuole. Il 68% dei nuovi iscritti ha meno di 35 anni, dato positivo, ma che pone il rischio di un elevato turnover. "Questo ci pone la sfida ulteriore di consolidare il loro legame con l’associazione".

L’Avis bresciana riesce a rispondere bene alle emergenze, che fanno scattare una vera e propria gara di solidarietà. "L’autosufficienza – commenta il direttore sanitario Germana Zana – rappresenta un obiettivo strategico del nostro Paese. Attualmente siamo in grado di garantire il 70% dei farmaci plasmaderivati necessari ai pazienti. Diventa quindi fondamentale, il ruolo attivo della nostra associazione, affinché i donatori percepiscano che ogni tipologia di donazione, è importante". La tecnologia sarà sempre più un’alleata preziosa. "Pensando ai nostri donatori – prosegue Pagliarini – abbiamo avviato il servizio di Telecardiologia con la Poliambulanza e grazie a CardioCalm, per eseguire a richiesta l’elettrocardiogramma al momento della donazione del sangue".

Si è inoltre al lavoro per giungere presto alla creazione della tracciabilità dell’intera filiera della raccolta, con l’istituzione della provetta certificata insieme al Servizio Immuno-Trasfusionale degli Spedali Civili di Brescia. Tra le sfide, c’è il rischio del virus West Nile (Brescia è zona endemica), che porterebbe al blocco delle donazioni. "Grazie alla collaborazione col Simt, controlliamo tutte le sacche di sangue, e questo ci consente di isolare quello contaminato, proseguendo con le donazioni".