
Disservizi sestuplicati in due mesi: a dicembre è saltato il 3% delle tremila corse del Tpl, rispetto allo 0,5% di ottobre. I dati comunicati dalle aziende all’Agenzia del Tpl di Brescia confermano i disagi espressi con forza nelle ultime settimane soprattutto da utenti e sindaci della Bassa Bresciana occidentale (tra le iniziative, anche un esposto in Procura). Da settembre, l’Agenzia ha ricevuto 600 segnalazioni di disservizi, in un crescendo legato a molteplici fattori: la carenza strutturale di autisti (in Arriva, per l’extraurbano, ne mancano 60 su 360), accentuata dopo l’apertura di opportunità più appetibili nel settore privato e dal ritorno al Sud, dove sono state avviate nuove gare; uno scarso coordinamento tra scuola e sistema dei trasporti; poca attenzione dell’urbanistica alla mobilità sostenibile in termini, ad esempio, di corsie preferenziali per i bus. E ci sono le questioni economiche, che rischiano di essere aggravate dalla fine dei ristori Covid (ancora erogati parzialmente).
Nonostante l’emergenza sia finita, sui bus mancano gli utenti: per il 2022, sull’extraurbano si stimano 7 milioni di ricavi in meno. "Stiamo cercando – commenta il presidente dell’Agenzia del Tpl, Giancarlo Gentilini – di risolvere i problemi e sviluppare il servizio, con protocolli d’intesa in cui le risorse sono coperte da realtà locali, come accaduto per la Val Grigna e per la navetta tra Collio e Passo Maniva. Il nodo centrale restano le risorse: se i soldi a disposizione sono pochi, il sistema fatica a funzionare". Con la rivisitazione dei contratti di servizio, intanto, 450mila euro di premialità alle aziende di trasporto sono stati condizionati all’uso di bus più capienti.