
Don Jordan Coraglia, 51 anni
Castelcovati (Brescia), 16 maggio 2025 – “Addolorato e profondamente bisognoso di ritiro spirituale e di preghiera”. Per cui il luogo in cui si trova in detenzione domiciliare in forma ristretta - un eremo in alta Valcamonica senza accesso al Web - è per lui più che mai propizio.
Così è apparso don Jordan Coraglia, il 51enne ex parroco di Castelcovati che una decina di giorni fa è finito in manette con l’accusa di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico (aggravata dall’ingente quantità) all’avvocato Paolo Inverardi, che lo assiste e che l’ha di recente sentito al telefono.

L’inchiesta
L’arresto in flagranza è scattato una decina di giorni fa al culmine di un’inchiesta partita da Roma e condotta dalla Postale in Rete per oltre un anno. Un’inchiesta sfociata in una perquisizione domiciliare prima in parrocchia - con esito negativo - e poi a casa del sacerdote, a Quinzano d’Oglio, nella Bassa bresciana, dove sono stati sequestrati un paio di telefoni e un pc.
All’interno gli investigatori, coordinati dal pm della Dda di Brescia Roberta Panico, hanno trovato quasi 1.500 file, video e foto espliciti riguardanti ragazzini tra gli 11 e i 14 anni - tutti maschi, a parte un paio di bambine - quasi sempre stranieri.
Social e calcio
Il sacerdote, stile carismatico e molto avvezzo ai social, supercalciatore che ha contribuito a fondare la Nazionale italiana sacerdoti, se li sarebbe procurati frequentando sotto falso nome chat Telegram e Instagram (di un gruppo sarebbe stato anche amministratore) e scambiandole anche con altri utenti. Sentito dal gip, Angela Corvi, don Coraglia ha ammesso le proprie condotte, ma ha precisato di non aver mai prodotto foto o video hot di minori.
Né, come ha chiarito la Curia che ha annunciato un’imminente indagine canonica, avrebbe “tenuto condotte inappropriate nei confronti delle persone a lui affidate nella cura pastorale”.

Il precedente
Il giudice in sede di convalida dell’arresto lo ha scarcerato e gli ha concesso i domiciliari ristretti. E ai domiciliari dallo scorso aprile si trova anche un altro religioso della Diocesi di Brescia, don Ciro Panigara, ex parroco di San Paolo accusato di violenza sessuale nei confronti di sei parrocchiani adolescenti. Don Panigara era rimasto in silenzio di fronte al gip.