BEATRICE RASPA
Cronaca

Brescia, cimitero dei bimbi mai nati e i feti riesumati. Il dolore dei genitori e le due condanne chieste dalla Procura

Per l’accusa avrebbero rimosso irregolarmente oltre duemila sepolture al Vantiniano. A settembre la replica della difesa

Le tombe dei bambini mai nati al cimitero Vantiniano di Brescia

Le tombe dei bambini mai nati al cimitero Vantiniano di Brescia

Brescia, 31 maggio 2025 –  Due anni di carcere. È la richiesta formulata ieri in aula dal pm Carlo Pappalardo per Monik Liliana Ilaria Peritore e Elisabetta Begni, rispettivamente responsabile dei servizi cimiteriali e direttrice di settore in Loggia, a processo in abbreviato con l’accusa di vilipendio di cadavere e di tombe.

La vicenda è relativa alla presunta rimozione irregolare da parte del Comune di oltre duemila feti - piccoli mai nati o sopravvissuti poche ore dopo il parto - sepolti al cimitero Vantiniano, un atto stando all’accusa portato a termine senza avere informato adeguatamente i genitori. La Procura contesta alle imputate di aver dato l’ordine tra il 26 maggio e il 24 novembre 2021 di rimuovere oltre 2.500 tombe “in evidente e spropositato contrasto con il fabbisogno accertato corrispondente a 164 esumazioni per il 2021/22”. Operazione condotta con le ruspe, senza sufficiente pubblicità e con dispersione dei resti di lapidi, tombe e targhette identificative, è la tesi accusatoria.

In aula ieri le undici famiglie costituite parte civile con gli avvocati Francesco Mingiardi e Gloria Girelli, che assistono 14 parti offese, allineate alle richieste di condanna dell’accusa. In più hanno chiesto un risarcimento danni pari a 150mila euro e una provvisionale di 10mila euro a famiglia. I genitori auspicavano nuovi scavi al cimitero per verificare l’eventuale presenza di resti o effetti personali disseppelliti con l’esumazione di massa, un’istanza posta come condizione per valutare l’apertura a una trattativa di risarcimento. Alla richiesta non era però stata data risposta positiva, così la trattativa era naufragata sul nascere. Il Comune è rimasto fuori dal procedimento e non è stato nemmeno citato come responsabile civile. La parola adesso passa alla difesa, rappresentata dagli avvocati Michele Bontempi e Luigi Frattini, che discuteranno il 26 settembre per perorare la tesi del rispetto delle procedure da parte delle loro assistite.