Bracconieri, linee elettriche e vetrate: nel 2021 feriti e salvati 800 esemplari

In prima linea il Cras del Centro faunistico Parco dell’Adamello con l’associazione Lòntano Verde

Un riccio salvato

Un riccio salvato

Paspardo (Brescia) -  Non si è ancora ripreso il gufo di palude che, a novembre, era stato ferito da un colpo d’arma da fuoco e portato al Centro recupero animali selvatici (Cras) del Parco dell’Adamello da un cacciatore che lo aveva ritrovato in Media Valle Camonica. In questi mesi per l’esemplare protetto è stato necessario anche un trasferimento in un altro centro a Parma per un’operazione, ma il periodo di cura non è ancora finito. Un caso particolarmente drammatico, ma non l’unico arrivato al Cras, gestito insieme al Centro faunistico del Parco dell’Adamello (7 ettari di superficie boscata, dall’1 maggio riaperto a visite guidate) dall’associazione Lòntano Verde, in stretta collaborazione con Parco e Comune di Paspardo.

Nel 2021 sono stati 9 i rapaci (specie protette) per cui è stato possibile accertare la presenza di pallini di arma da fuoco tramite radiografia: 4 sparvieri, 3 poiane, un gheppio e appunto un gufo di palude "a conferma – si legge nel report dell’associazione – che il fenomeno del bracconaggio, seppur apparentemente ridotto rispetto al passato, è ancora diffuso soprattutto in provincia di Brescia". La caccia colpisce anche indirettamente i rapaci che, nutrendosi di carcasse con pallini di piombo, possono diventare vittime di saturnismo, i cui effetti si dispiegano nel tempo, portando anche a ferite o morte non direttamente riconducibili all’intossicazione da piombo.

Oltre alle vittime delle armi da fuoco, il Cras del Parco dell’Adamello (unico per ora nel Bresciano) negli ultimi 11 anni di attività è intervenuto su più di 4mila animali provenienti da tutta la provincia, con una percentuale di successo media di circa il 40%. Negli ultimi 7 anni il 21% di animali consegnati apparteneva a specie di interesse conservazionistico. Nel solo 2021, al Cras sono arrivati 800 animali feriti o debilitati: nel 44% si tratta di orfani o nidiacei, nel 22% di animali con traumi da impatto con autoveicoli, con linee elettriche (sia per collisione con cavi sospesi sia per folgorazione), con vetrate o traumi generici per cui non è stato possibile comprenderne l’origine. Con l’arrivo dell’estate, il rischio è che possano aumentare gli abbandoni di cuccioli a causa dell’intervento improvvido dei visitatori del Parco.

«Quando le persone vedono un cucciolo – spiega Alessia Chiappini, di Lòntano verde – tendono a ritenere che abbia bisogno di aiuto. I casi più eclatanti sono i piccoli ungulati, che le madri lasciano da soli per preservarli dai predatori, poiché non hanno odore. Se tocchiamo il cucciolo, la madre non lo riconosce più per via dell’odore e lo abbandona. Il suggerimento, quando si trova un animale, è di non intervenire bensì chiamare la Polizia provinciale o il Cras stesso. È importante anche non raccogliere uccelli giovani da terra, ad eccezione di rondini e rondoni: meglio chiamare il 3929276538".