
Una foto storica ritrae l’atleta di Arturo Dazzi, 1 novembre 1932
Brescia, 27 giugno 2015 - Bigio sì o Bigio no. Da tempo ormai la questione divide quanti vivono a Brescia. La statua del Dazzi, costruita per dominare dall’alto piazza Vittoria e cacciata all’indomani della Liberazione, dorme nei magazzini comunali da tempo. A settant’anni di distanza dalla caduta del Fascismo c’è chi dice che il Bigio deve tornare in piazza. E a decidere che questo avvenga devono essere i cittadini. Così la pensa l’associazione Brescia Tricolore, che ha aperto la raccolta firme che entro un anno dovrebbe portare ad una consultazione referendaria.
«La giunta guidata da Emilio Del Bono non vuole il Bigio, così pensando dovrebbe eliminare tutto ciò che richiama al periodo fascista e in città ci sono parecchi simboli a partire da quello in cui siamo - ricorda l’ex assessore ai Lavori pubblici Mario Labolani, davanti al marmo che a Sant’Eufemia ricorda l’acquedotto realizzato intorno al 1830 -. Invece che cancellare forse è arrivato il momento di valorizzare». Dalle parole si passa quindi ai fatti. Sono ormai anni, da quando la statua è stata ristrutturata e poi messa a riposo in un magazzino comunale, che la polemica in città prosegue.
Da un lato c’è chi il Bigio in piazza Vittoria non lo vorrebbe vedere neanche per errore, dall’altro chi invece pensa che la statua del Dazi solo lì deve restare. «Se così non fosse ci sarebbero decine di luoghi in tutta Italia che dovrebbero essere rasi al suolo - sottolinea Dario Brambilla, il direttore di Brescia Tricolore, l’associazione che si fa promotrice della consultazione referendaria -. Siamo convinti che la città possa rispondere all’appello con un congruo numero di firme in grado di permetterci di proseguire lungo la strada del referendum».
I promotori della consultazione nei prossimi mesi sono pronti a raggranellare mille firme. «Dopo questa prima parte - ricorda Labolani - comincia la fase più difficile. Superato lo scoglio delle mille firme raccolte, dovremo ottenere da una commissione comunale la possibilità di proseguire con la richiesta referendaria. Da questo momento ci servirà recuperare altre 10mila firme di bresciani del capoluogo. Penso che l’obiettivo possa essere raggiunto tranquillamente». Del resto c’è chi, tra gli esponenti della giunta Del Bono, vicesindaco Laura Castelletti in testa, si è detto favorevole a una consultazione referendaria.
«Piazza Vittoria senza Bigio è nuda - ricordano i promotori del referendum -. Il rischio è quello di cancellare parte della nostra storia». La raccolta firme è partita. «Entro settembre speriamo di ottenere le prime mille firme - auspica Brambilla - poi arriverà il resto ma sappiamo di poter raggiungere l’obiettivo».