
Iuschra, la bimba scomparsa
Serle (Brescia), 1 agosto 2018 - Tenere alta l’attenzione su Iushra Gazi. Perché una ragazzina non può sparire durante una gita. Non ci sono solo Mohammed Liton e Khanam Must Nurunnahar, i genitori della piccola bengalese, a non darsi pace per la scomparsa della figlia, introvabile dal 19 luglio. Anche la comunità bresciana del Bangladesh scende in campo per dare forza alla famiglia. Lo farà con una manifestazione, sabato alle 18 in Largo Formentone in città. «Stiamo diffondendo il tam tam tra più persone possibili – dice Samuel Rashid, consigliere di quartiere in centro a Brescia dove vivono la madre, il padre e i fratellini dell’undicenne affetta da autismo - Invitiamo tutti a partecipare: altre comunità, assessori, sindaci, autorità, compagni di scuola e insegnanti di Iushra. Vogliamo ringraziare le istituzioni per l’enorme dispiegamento di forze in campo per le ricerche ma non possiamo fermarci. Dobbiamo continuare a cercarla, a indagare. Non deve cadere nel silenzio la sparizione di una bambina».
Per dieci giorni ininterrotti, da quando cioè Iushra si è volatilizzata tra i boschi di Cariadeghe sfuggendo agli educatori della Fopab-Anffas con cui era a un campo estivo, circa 1500 uomini hanno scandagliato 750 ettari di parco naturale. Dal 19 luglio a sabato notte – l’ultimo presidio dei vigili del fuoco è stato smontato domenica scorsa – l’altipiano è stato fiutato da oltre cento cani, esplorato 50 speleologi che sono entrati in oltre duecento cavità (il doppio di quelle censite), sorvolato giorno e notte da droni ed elicotteri. Senza risultato. «A Cariadeghe Iushra non ci può essere» hanno ripetuto i ricercatori. Così con il trascorrere delle ore tra i genitori si è fatto largo il terribile sospetto di un rapimento. L’indagine di carabinieri e procura prosegue a ritmi serrati: «Non tralasciamo alcuna ipotesi», garantiscono gli investigatori. La pista più accreditata però per ora rimane quella dell’allontanamento.