BEATRICE RASPA
Cronaca

Omicidio in fonderia, va alla sbarra l’operaio Oscar Maggi: è lui il complice di Giacomo Bozzoli?

Per l’accusa il dipendente – che si proclama innocente – avrebbe partecipato all’assassinio dell’imprenditore Mario Bozzoli, in collaborazione con un collega poi suicidatosi. Per il delitto è già stato condannato all’ergastolo il nipote della vittima

Oscar Maggi in tribunale in occasione del processo a Giacomo Bozzoli

Oscar Maggi in tribunale in occasione del processo a Giacomo Bozzoli

Brescia, 12 giugno 2025 – Nuovo processo in vista per il caso di Mario Bozzoli, l’imprenditore ucciso la sera dell’8 ottobre 2015 nella fonderia di famiglia a Marcheno. Dopo la definitiva condanna all’ergastolo del nipote Giacomo, il quale si è sempre dichiarato innocente, la giustizia presenta il conto anche all’operaio Oscar Maggi, uno degli addetti ai forni, imputato di concorso in omicidio.

Ieri in sede di udienza preliminare il gup Stefano Franchioni gli ha accordato il rito abbreviato e la discussione è prevista il 12 novembre. Stando alle sentenze passate in giudicato, Bozzoli fu eliminato dal nipote con la complicità di Beppe Ghirardini, l’operaio trovato suicida tra i monti di Case di Viso dieci giorni dopo la scomparsa del titolare, e Maggi.

Cruciale la presenza dell’operaio nell’area forni nei frangenti della smateralizzazione improvvisa della vittima. Agli atti c’è una conversazione captata in auto con il collega Akwasy Aboagye.

Bozzoli è scomparso, i due vanno a cercare Ghirardini a casa e si dicono: "Se Beppe dice qualcosa di sbagliato, siamo tutti rovinati”. Chi indaga ritiene che Maggi abbia avuto un ruolo diretto nell’omicidio dell’imprenditore, il cui corpo sarebbe stato adagiato sulla superficie di un bagno di metallo fuso nel forno, fino a ottenerne la carbonizzazione: per sua stessa ammissione l’operaio riattivò l’impianto di aspirazione dei fumi andato in blocco dopo la fumata anomala, oramai ritenuta la certificazione del delitto.

Assistito dall’avvocato Vera Cantoni, che ieri ha depositato alcuni atti dal fascicolo principale e da quelli di Ghirardini mai acquisiti, il 40enne, nell’ambito dell’inchiesta a carico, si è avvalso della facoltà di non rispondere. In Assise, invece, durante il processo a Giacomo, aveva ripetuto di non sapere nulla. Maggi era già finito nel registro degli indagati nell’immediatezza dei fatti, ma la sua posizione fu archiviata. Sono stati i giudici dell’Assise a trasmettere gli atti in Procura per far ripartire le indagini.