BEATRICE RASPA
Cronaca

Green Hill, dopo dieci anni il processo al canile degli orrori finisce con l’assoluzione

Finito il processo per veterinario e dipendenti. La struttura di Montichiari fu chiusa nell’estate 2012 per maltrattamenti e uccisioni dei beagle

Un cucciolo di Beagle viene messo in salvo da un gruppo di persone che manifestano

Montichiari (Brescia) - Prima un’assoluzione, poi una condanna, poi un annullamento con rinvio e ora la conferma dell’assoluzione. Il caso Green Hill, il canile degli orrori di Montichiari chiuso nell’estate 2012 per maltrattamenti e uccisioni dei beagle, le cavie allevate per la sperimentazione, a distanza di dieci anni rimbalza ancora tra aule di giustizia. Ieri al termine del processo d’appello bis la seconda sezione della Corte ha assolto il veterinario dell’ex Asl Roberto Silini, e gli ex dipendenti dell’allevamento, Cinzia Vitiello, Antonio Tabarelli e Antonio Tortelli.

All’esito di un percorso tortuoso, è arrivata la conferma della sentenza di primo grado emessa nel febbraio 2018 dal gup. Gli imputati, assistiti dagli avvocati Eustachio Porreca e Gianluca Venturini, rispondevano di accuse differenziate. Il funzionario pubblico di maltrattamenti e animalicidio in concorso con i gestori del canile chiuso smantellato dalla procura- Ghislane Rondot e il veterinario interno Renzo Graziosi furono condannati in via definitiva a un anno e mezzo, il direttore Renzo Bravi a un anno - oltre che di omessa denuncia e di falso.

Stando alla prospettazione degli inquirenti, Silini non segnalò a chi di dovere le violenze perpetrate sui cani e dichiarò nei verbali che all’esito dei controlli non furono ravvisate irregolarità. I lavoratori invece rispondevano di falsa testimonianza. L’assoluzione fu impugnata dalla procura e poi ribaltata in appello nel luglio 2019, da cui uscirono condanne a tre anni per Roberto Silini, a 1,4 anni per i dipendenti. La sentenza era tuttavia stata annullata dalla Cassazione che aveva disposto un secondo processo in Corte.

Processo che si è concluso nelle scorse ore: alcuni reati sono andati prescritti, per il resto c’è stata conferma. "La Marshall, azienda proprietaria di Green Hill, esprime soddisfazione per questa sentenza arrivata dopo anni di ingiuste e immotivate accuse", è il commento della multinazionale alle spalle dell’allevamento di Montichiari.